Un plateale atto discriminatorio, di razzismo e minaccia è stato reso noto dal quotidiano trentino 'L'Adige'.
In località Lissa, a Castello Tesino, all'inizio di una stradina che porta a un 'Bed & Breakfast' di proprietà di Romeo Ferranti, carabiniere in servizio presso la locale stazione del corpo vi è un cartello di "Proprietà Privata - Divieto di accesso" con raffigurata una pistola dove si specifica: "Non sono particolarmente gradite intrusioni da parte di: extracomunitari, nomadi, venditori ambulanti o porta a porta, testimoni di Geova, associazioni pseudo ambientaliste o animaliste". Il cartello riporta inoltre che "La persistenza dell'intrusione (dopo la comunicazione di abbandonare il fondo) e nel caso si estendesse ai caseggiati sarà considerata offesa ai sensi dell'articolo 52 del codice penale (legittima difesa) come modificato dal governo Berlusconi".
La modifica dell'articolo 52 del codice penale legittima l'uso delle armi per chi è legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati "quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione" e l'arma "è legittimamente detenuta, per difendere la propria o altrui proprietà, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione" - ricorda il giornalista de L'Adige Renzo M. Grosselli che ha rivelato il fatto.
Il giornalista recatosi sul posto ha fotografato il cartello e, inoltrandosi nella stradina, ha raggiunto il 'Bed & Breakfast' ma nessuno era in casa. Ha quindi telefonato al numero segnalato dal sito dell'esercizio che indicava in Romeo Ferranti il titolare. Che ha risposto alle domande del giornalista.
"Perché quel cartello? - ha chiesto il giornalista. "È a norma di legge" - risponde Ferranti. "Ne siamo certi ma pare una comunicazione piuttosto dura" - commenta il giornalista. "Si parla di intrusi che entrano senza permesso e in modo fraudolento" - è la replica di Ferranti. "D'accordo. Ma lì si nominano espressamente extracomunitari, nomadi, venditori ambulanti. Addirittura testimoni di Geova. Cosa c'entrano i testimoni di Geova?" - incalza il giornalista. "Sa, quando vengono a disturbarti alle 9 del mattino e più volte..." - risponde Ferranti.
"Il cartello fa riferimento all'integrazione dell'articolo 52 del codice penale approvata nel 2006 dal governo Berlusconi. La possibilità di rispondere con le armi legittimamente possedute. E c'è il disegno della pistola sul cartello. Non le sembra una cosa scioccante?" - chiede il giornalista che conclude specificando che "il cartello in questione è esposto al pubblico da vari mesi, molti mesi ci dicono, ma nessuno se n'è mai lamentato".
Appreso del caso il direttore di Unimondo, Fabio Pipinato insieme con Michele Nardelli (Osservatorio sui Balcani) e Armando Stefani (Tremembè) hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Trento chiedendo di indagare sulla vicenda e, in caso di sussistenza di violazioni, di disporre delle sanzioni di legge oltre che all'immediata rimozione del cartello succitato in quanto minaccioso, offensivo e discriminatorio. di G.B.
2 commenti:
Almeno una che ha le palle di difendere la propria casa.
speriamo che il cartello serva a tenere alla larga anche gli improbabili clienti del Bed & Breakfast del Sig.Ferranti!
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