martedì 11 novembre 2008

Arriva il registro per schedare i senza fissa dimora

Il democratico Casson, quando governo e maggioranza danno il via libera all'emendamento leghista (firmato Bricolo, Mauro, Bodega, Mazzatorta, Vallardi), lo ribattezza subito "il registro dei clochard" annunciando "un'opposizione durissima della sinistra contro un'inaccettabile schedatura degli homeless".
Proprio così. L'aggiunta del Carroccio al ddl sulla sicurezza, approvato mercoledì notte in commissione Giustizia e Affari costituzionali e previsto in aula al Senato martedì 11, non lascia adito a dubbi.
Recita il testo: "È istituito al ministero dell'Interno un apposito registro delle persone che non hanno fissa dimora". Toccherà al Viminale, "entro 180 giorni", stabilire come dovrà funzionare. Sarà il ministro Maroni, erede di Bossi alla guida della Lega, a decidere modalità e tempi del nuovo "censimento".
L'eco delle polemiche, in Italia e in Europa, per quello sui rom non si è ancora spento, ed ecco che il partito del Senatur ci riprova, coronando con il registro dei clochard una serie di proposte capestro contro gli immigrati e sulla sicurezza urbana.
Doveva essere la legge che puniva con una pena da sei mesi a 4 anni chi entrava illegalmente in Italia. E che inaspriva il carcere contro i mafiosi (il 41bis). Questo pugno duro resta, pure con un testo bipartisan Pdl-Pd, che esaltano il Guardasigilli Alfano ("Tappa straordinaria del governo") e il presidente della commissione Affari costituzionali Carlo Vizzini ("Si ripristina il primato dello Stato"). Ma sul delitto di clandestinità Maroni fa marcia indietro per le pressioni della Ue e della Chiesa. Rimane il reato "d'ingresso e soggiorno illegale", ma punito con un ammenda da 5 a 10mila euro.
Colpirà tutti, chi arriva alle frontiere e chi sta già nel nostro Paese. Il dipietrista Li Gotti ironizza sui clandestini "che dovranno arrivare col bancomat" e su una "norma grottesca, di fatto inapplicabile". E già vede "la catastrofe nei tribunali".

Ma contro gli immigrati c'è ben altro. Il permesso a punti, con l'imprinting leghista, ma la delega al governo a fissare come si azzera se delinqui; la tassa di 200 euro per ottenerlo e l'obbligo di sottoscrivere un imprescindibile "accordo di integrazione". Poi il test linguistico per cui non si varcano i confini se non si conosce l'italiano ("perfino se sei uno studente" chiosa Casson). Dura la stretta su matrimoni e ricongiungimenti (niente bigamie) e soprattutto sulle espulsioni. Il governo impone la regola che, se l'allontanamento è inattuabile, comunque il clandestino, per ordine del questore, dovrà andarsene dall'Italia "entro 5 giorni". In compenso, su proposta del Pd, passa un duro inasprimento contro chi traffica in essere umani punito fino a 15 anni e a un'ammenda di 15mila euro per ogni persona trasportata.
In un ddl che dà poteri ai sindaci e ai prefetti sulla sicurezza urbana il governo infila multe salatissime (da 500 a mille euro) per chi a piedi o in auto getta rifiuti in strada. La Lega spunta anche un altro suo leit motiv, legalizzando le famose ronde padane. Gli enti locali "potranno avvalersi della collaborazione di associazioni di cittadini per cooperare al presidio del territorio". Adesso ci manca solo che possano usare pure le armi. di Liana Milella

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