lunedì 24 novembre 2008

L’apartheid, viaggio nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord-Est

La piccola Fatima, dieci anni, discriminata a scuola perché porta il velo; Meryem, studentessa di economia internazionale all'Università di Padova, che guida le marce contro le discriminazioni razziali; i musulmani di Treviso che pregano inginocchiandosi sui tappeti distesi nei parcheggi dei supermercati, sono alcuni dei personaggi protagonisti del racconto di viaggio di Toni Fontana.
Partendo da piccole e grandi storie, l'autore attraversa i profondi mutamenti e i contrasti determinati dall'arrivo nel Nord-Est dell'Italia di centinaia di migliaia di stranieri. In Veneto risiedono e lavorano oltre 350.000 immigrati. Contro di loro la Lega di Umberto Bossi sta costruendo un nuovo e moderno "apartheid", una società piramidale al cui vertice ci sono i "bianchi" ai quali sono riservati tutti i diritti.
Gli altri, gli stranieri, sono accettati solo come produttori di ricchezza, ma esclusi dalla vita sociale. Un viaggio attraverso il Nord-Est alla ricerca delle nuove paure, un'indagine sulla cultura dell'odio e del razzismo, sulle speranze dei giovani della seconda generazione di immigrati, che sfilano con la bandiera tricolore e non vogliono più essere cittadini di serie B. Il volume è introdotto dalla Prefazione di Walter Veltroni.
A questo proposito ricordiamo a tutti il discorso pronunciato dal prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, il 14 settembre scorso alla manifestazione della Lega Nord a Venezia davanti a ministri del governo italiano (manifestazione che è stata trasmessa in diretta dalla Rai), guarda il video...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

a mio modesto parere l'autore non è riuscito a individuare il vero profilo del nord-est . Stiamo parlando probabilmente dell'area economicamente e socialmente più avanzata d'italia e ci mettiamo l'introduzione di WALTER VELTRONI l'ACCUMULA DEBITI!?
Un po' di dignità!

franco ha detto...

Lo ha centrato ed è sempre peggio.
Il razzismo e la xenofobia sta aumentando.
Economicamente stiamo bene, ma culturalmente non vedo una supremazia veneta sugli altri. Specialmente con tante possibili risorse culturali sprecate come fa Gentilini contornato da sodali come lui.