lunedì 22 dicembre 2008

Foggia, scoppiano le polemiche

Sarebbe stata una stufa a causare l'incendio divampato ieri sera al "campo nomadi" di borgo Arpinova, alla periferia di Foggia. Rogo che da tragedia si è trasformato in disgrazia con la morte di Geylo, un bimbo di appena due anni e mezzo. Le fiamme sarebbero partite, stando a quanto dichiarato dal padre del piccolo, proprio all'interno della loro roulotte.
Il fratellino più grande inavvertitamente avrebbe fatto cadere la stufa. In pochi istanti l'incendio ha avvolto il mezzo coinvolgendo alcune baracche nelle immediate vicinanze. Il padre avrebbe portato in salvo prima il figlioletto più grande di 4 anni; poi, però, le fiamme molto alte, hanno provocato il cedimento della tettuccio del mezzo, impedendo, così, all'uomo di entrare. Il piccolo, che in quel momento dormiva nella culletta, è rimasto intrappolato.
Ma l'esatta dinamica si saprà solo dopo che la polizia scientifica terminerà i rilievi. Intanto l'area "B" del capo, quella distrutta dall'incendio, è stata posta sotto sequestro. Anche questa mattina al lavoro i vigili del fuoco per le opera di messa in sicurezza delle bombole del gas e per la rimozione delle numerosissime carcasse d'auto e elettrodomestici carbonizzati. Secondo alcune stime saranno necessari 80mila euro per riorganizzare il campo in attesa di container dove far alloggiare le 53 famiglie, provvisoriamente sistemate presso altri rom.
Oggi si apre la discussione su quella che per alcuni potrebbe definirsi una “tragedia annunciata”, con l’Opera Nomadi che accusa il Comune di Foggia per incuria e l’Associazione Comunità Straniere in Italia, presieduta da Habib Sghaier, che annuncia l’imminente querela nei confronti di Palazzo di Città, chiedendo le dimissioni del sindaco.
Quando tre anni fa divampò un incendio al campo nomadi di via San Severo, il sindaco assicurò che la sistemazione di borgo Arpinova sarebbe durata per 8 mesi al massimo, il tempo necessario al Comune di attivarsi per la realizzazione della nuova struttura di via Castiglione.
Intanto, la zona del "campo nomadi" di Arpinova è ancora sotto sequestro, e i rom scampati all’incendio hanno trascorso la notte dai parenti nelle roulotte non colpite dalle fiamme.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto la notizia sui tg e ho sentito le parole di alcuni rom intervistati.
Atteggiamento davvero assurdo.
Una si lamenta che i soccorso hanno impiegato 15 minuti ad arrivare, cosa a cui ancora non credo, troppo pochi.
Il problema era il lasciare intendere, e magari ci credeva pure, che ci hanno messo tanto(15 minuti ripeto, se vero, sono pochissimi) per una precisa volontà e che se fossero arrivati prima non ci sarebbe stata la vittima.
Il secondo che molto semplicemente diceva che anche a loro come agli italiani dovevano dare le case popolari.

Direi che continua la mentalità dell'attesa della manna dal cielo!
Purtroppo le dimissioni non dovrebbe darle solo il sindaco ma anche chi fomenta questa mentalità dell'attesa!

Anonimo ha detto...

Non è la prima e queste sono notizie che danno un gran dispiacere. Dopo che si verifica una tragedia come questa si deve correre ai ripari e non solo sperare che non succedano più. Come minimo ci si deve dotare di un estintore. Oggi con 25 o 30 euro si compra un estintore a polvere, e in circostanze simili si insegna ad usarlo anche ai bambini.

Articolo 1

Anonimo ha detto...

Ma fino a che i "campi" non saranno superati, la responsabilità della cura dei bambini in questi "campi nomadi" è lo stesso dei genitori. Non vale la scusa che "devono pensarci gli altri". Facciamo pure l'ipotesi che si uscirà dalla logica dei campi di segregazione, e speriamo che ci vorrà poco tempo, ma intanto, mi pare giusto chiedere un minimo di verifica delle situazioni esistenti. Sono successe troppe tragedie come questa e la maggior parte erano bambini che non hanno potuto scegliere. E' sempre la solita storia e a rimetterci sono sempre i più deboli. Interrogatevi bene politici e smettetela di campare sulle debolezze degli altri.