martedì 23 dicembre 2008

Roma, rimandato il nuovo piano per i "campi"

La data di presentazione del nuovo Piano dei campi rom slitta al 22 gennaio prossimo. Lo ha annunciato ieri il sindaco Gianni Alemanno al termine della riunione con i presidenti dei municipi in Campidoglio, chiamati dall’amministrazione capitolina e dal prefetto, Giuseppe Pecoraro (in foto), a discutere le linee guida del progetto. Entro questa data i minisindaci dovranno individuare le aree in ciascun municipio da destinare ai “campi nomadi”, in modo da poter chiudere quelli che oggi sono in condizioni inaccettabili.
«Il nostro obiettivo è quello di ridurre il numero dei nomadi all’interno della regione - ha spiegato Alemanno - per questo avvieremo un percorso di espulsione di tutti coloro che sono al di fuori della legalità e di integrazione per quelli che rimangono, avendo cura di non creare disagi alla popolazione e facendo in modo che i campi siano distanti dai centri abitati». Si apre dunque un processo di concertazione con i municipi per la redazione del Piano nomadi cittadino e l’individuazione delle nuove aree da destinare agli accampamenti. «Ma se nessuno farà proposte sarà il prefetto a decidere sulle nuove aree», avverte il sindaco.
Già disposta la chiusura di 6 insediamenti: Casilino 900, Tor de’ Cenci, La Martora, la Monachina, Boiardo, Foro Italico. L’assessore alle Politiche Sociali, Sveva Belviso, ha spiegato che si stanno elaborando nuove collocazioni per questi insediamenti da spostare. «Per questo - ha aggiunto - il prefetto ha fatto un’interpellanza ai presidenti della Regione e della Provincia e al sindaco, che lo ha riproposto ai municipi». Dal canto suo, il primo cittadino non ha escluso lo spostamento di alcuni campi nomadi in provincia e ha ricordato che in Francia c’è una legge nazionale che impone a ogni comune di avere delle quote di accoglienza, in modo da evitare concentrazioni in un unico punto.

Il regolamento attuativo, che sarà presentato in Giunta e poi in consiglio comunale per l’approvazione, prevede un presidio di vigilanza interno ai campi legali gestito dalla polizia e dai vigili e un presidio socio-educativo-sanitario per garantire l’integrazione dei Rom. È inoltre prevista una Carta dei diritti e dei doveri a cui gli abitanti dei campi dovranno attenersi, pena l’espulsione dal territorio comunale. La proposta di trovare nuove aree ha trovato un’accoglienza tiepida da parte dei presidenti di municipio presenti all’incontro di ieri. Pollice verso dal minisindaco del V municipio, Ivano Caradonna, che ha ribadito la sua contrarietà a ogni ipotesi di nuovi insediamenti. Contrarietà espressa anche dal presidente del XII municipio, Pasquale Calzetta, che pur apprezzando le linee guida del piano ha ricordato la presenza nel suo territorio dei campi di Tor de’ Cenci e di Castel Romano e di quello abusivo di via Boccabelli.
Il presidente del III municipio, Dario Marcucci, mette invece le mani avanti e precisa: «il nostro è un municipio centrale e non ci sono zone lontane dai centri abitati da destinare ai campi rom». Ma quanti sono i Rom presenti nella capitale? Secondo il censimento effettuato dalla Croce Rossa ammontano a 6500 unità. Una dato non attendibile, secondo l’assessore Belviso: «il censimento è stato volontario, non obbligatorio, per cui molte persone non sono state contate e le nostre stime parlano di 8-9 mila unità». di Rita Smordoni

4 commenti:

Hidden Side ha detto...

Interessanti i commenti che si leggono sulla stampa a quest'annuncio del sindaco Alemanno.

Quello più significativo è del presidente della Provincia Nicola Zingaretti che dichiara:

E a proposito di concertazione, il presidente ha rilevato che sulle questioni come quella nomadi ''e' assolutamente evidente che i proclami non servono a nulla - ha detto - quello che occorre non sono i comizi ma la concertazione con i diretti interessati''.

La mia personale speranza è che il bravo Nicola Zingaretti, per "diretti interessati" intenda soprattutto i Rom ed i Sinti soggetti ai programmi di sgombero e non (solo) i comitati di quartiere ed ai sindaci che si battono per un no aprioristico all'accoglienza.
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Sul fronte della farneticazione xenofoba si distingue Fabio Sabbatani Schiuma", coordinatore regionale Lazio del 'Movimento per l'Italia' di Daniela Santanche': "L'Unione Europea, anche nei confronti di quelli comunitari, parla di diritto di transito e non di residenza e chi infrange le regole o non dimostra come campa da noi, va espulso".
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Tra le dichiarazioni è amaramente divertente quella della assessora Belviso che candidamente ammette la completa inutilità, ai fini della pianificazione, degli interventi destabilizzanti di censimento (Potrebbero essere 6500 o anche il doppio), dopo il can can mediatico messo in atto per scimmiottare una efficienza repressiva e securitaria, i numeri sono esattamente gli stessi utilizzati dalla Giunta Veltroni per la programmazione delle attività.
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Anche il modello di soluzione proposto non è dissimile a quello (sbagliato) di Veltroni.
I campi da realizzare sono come il pessimo Castel Romano, con tutti i costi di gestione annessi (fortemente criticati in campagna elettorale dalla destra) ed il peccato originale di non essere una soluzioni per l'inclusione ma invece una fonte di nuovo disagio sociale.

L'unica differenza è che si fa evolvere il modello "off-shore" di Castel Romano verso il modello "Guantanamo" (la prigione illegale degli USA a Cuba) con l'utilizzo di telecamere, forze di sorveglianza e via dicendo.

Anonimo ha detto...

ciao Hidden Side, concordo con la tua analisi, molto simile alla mia.

Hidden Side ha detto...

Carlo diciamo esattamente le stesse cose senza esserci letti (complimenti per il tuo post), è una situazione spaventosa, sono molto angosciato da quello che sta accadendo.

Anonimo ha detto...

assolutamente, complimenti anche a te per il tuo intervento