La crisi economica mondiale che pagheranno anche i bambini e i ragazzi (“con 7-8 mila famiglie che solo a Roma si rivolgono alle parrocchie per chiedere aiuto”). L’accoglienza e l’integrazione dei minori rom e immigrati che deve avvenire intanto attraverso la civile sistemazione dei campi nomadi esistenti, senza costruirne di nuovi ("l’emergenza, peraltro, costa molto di più che non la gestione programmata dei servizi esistenti").
Poi il bullismo, la rete dei servizi territoriali, il nascente Garante nazionale ("utile, però, solo se ve ne sarà uno in ogni regione"), fino ai rapporti con gli assessorati e le istituzioni locali. "L'ufficio del Garante è autonomo e tutti i provvedimenti che riguardano l'infanzia e l'adolescenza dovrebbero essere messi a conoscenza di quest'ufficio, anche solo per poter dare dei suggerimenti".
Tuttavia, "io non ho questa assiduità di informazioni dagli uffici preposti e questo rende tutto più difficile". A parlare è Franco Alvaro (a sinistra con il Presidente dell'Unicef Lazio), Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio, nella video-intervista all’agenzia Dire on line su www.dire.it e www.diregiovani.it.
La crisi economica? La pagano anche i bambini e i minori. "Secondo dati Caritas, solo a Roma ci sono almeno 7-8 mila famiglie, secondo me valutate per difetto, che si presentano nelle parrocchie per chiedere aiuti", spiega Alvaro. "E' probabile che i riflessi più pesanti della crisi sulle famiglie si faranno sentire pesantemente fra un anno. Chiaro che in situazioni di crisi le famiglie in difficoltà sono le prime che peggiorano le proprie condizioni". Per questo "è necessario concentrare l'attenzione in particolare sui bambini e sui minori, che sono l'ultimo anello della catena". Secondo Alvaro, "c'è una parte di povertà silenziosa che magari non si incatena e soffre in silenzio e i minori sono i principali rappresentanti di essa".
"L'ufficio del Garante è autonomo e tutti i provvedimenti che riguardano l'infanzia e l'adolescenza dovrebbero essere messi a conoscenza di quest'ufficio, anche solo per poter dare dei suggerimenti". Tuttavia, "io non ho questa assiduità di informazioni dagli uffici preposti e questo rende tutto più difficile. I problemi della fragilità- sottolinea Alvaro- sono complessi e non si può pensare che tutto si possa risolvere con una semplice delibera di un assessorato".
Al Garante si rivolgono famiglie e associazioni alle prese con problemi relativi ai minori, e, per assurdo, ciò avviene in minima parte con le istituzioni. Recentemente il Garante, la presidenza del Consiglio regionale e la commissione regionale che si occupa dei temi sociali hanno promosso la settimana delle buone prassi, in occasione della giornata internazionale dell'infanzia, che ha permesso di mettere in luce i tanti ottimi servizi presenti sul territorio regionale del Lazio a favore dei minori. Ma certo ogni qualvolta si fanno leggi che riguardano i bambini e gli adolescenti, o temi di grande attualità come il bullismo e l'accoglienza e l'integrazione dei minori immigrati, gli amministratori locali non coinvolgono il Garante. "Non tanto perchè io debba vistare gli atti, ci mancherebbe- puntualizza Alvaro- ma solo per esprimere un parere, dare consigli, coordinare e mettere in rete saperi, conoscenze ed esperienze che, per il mio ruolo, conosco".
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