Sto correggendo i compiti di grammatica dei miei alunni mentre con il treno sono diretto a Roma. Davanti a me ho una distinta signora, truccata e ben vestita e fino al momento molto taciturna, e altri viaggiatori nei sedili vicini. Passa come spesso avviene una giovane nomade che lascia un foglietto di carta in cui dice di aver bisogno di soldi per dar da mangiare ai suoi tre figli malati.
Penso sempre che si tratta di una bugia e il più delle volte non lascio niente, perché non sopporto gli inganni, soprattutto a spese dei bambini; ma in cuor mio penso anche che comunque la sua presenza e il suo gesto non mi infastidiscono, perché chiedere l'elemosina su un treno non è un reato, perché non sta rubando come spesso fanno molte sue coetanee e perché in fondo i principali problemi nella mia vita non me li hanno mai prodotti i rom ma semmai Berlusconi, la Moratti, i fautori della Legge Biagi e la Gelmini, che hanno precarizzato la mia esistenza e si godono la vita con i loro fior di stipendi milionari. Comunque. Quando la giovane nomade passa a ritirare i foglietti lasciati sui sedili chiedendo qualche moneta la signora seduta di fronte a me le dice testualmente: “Io nun te dò proprio niente, vedi d'annattene, anzi, ma perchè non ve ne tornate tutti al paese vostro invece de sta qui in Italia a fa solo danno?”.
Io alzo un momento gli occhi dai compiti e la guardo, lei prosegue la sua invettiva: “Questi vengono qui e so boni solo a rubà, a violentà le ragazze e ammazzà la gente, ma che ce stanno a fà in Italia?”. A quel punto non riesco a trattenermi e le dico: “Beh, una volta c'erano i campi di concentramento, potremmo mandarli lì”.
Lei, evidentemente molto intelligente, si compiace del mio sostegno morale e aggiunge: “Ehhh.... è lì che dovrebbero annà, io ce li manderei tutti”.
Allora insisto: “E poi potremmo anche bruciarli, che dice? Come faceva Hitler”.
La signora a quel punto si rende conto che forse bruciare gli zingari è un po' eccessivo e inizia a sospettare che in realtà non stia appoggiando seriamente le sue idee. Mi guarda innervosita senza dire niente, ma facendosi leggere eloquentemente in volto quello che deve aver pensato. “Ecco il solito comunista del cazzo che difende a tutti i costi i criminali. Dovrebbe fà la fine loro”.
La conversazione sembra finita lì ma invece le mie ultime parole vengono riprese da un altro signore seduto più accanto, che se ne esce così: “Ehhh... ce vorrebbe proprio n'altro Hitler pe' questi qui”. Mi si gela il sangue, alzo gli occhi e mi giro verso sinistra per guardare chi è questo fenomeno che ha nostalgia di Hitler e... di Marco Galice, continua a leggere…
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