venerdì 30 gennaio 2009

Roma, i Rom tra uno sgombero, un accordo e un allarme

Sgombero. Distrutto ieri mattina un insediamento abusivo a Ponte di Nona: tra le famiglie che sono state allontanate anche molti bambini che abitavano nelle baracche sparse in un raggio di 500 metri in condizioni disperate. Quindici i denunciati, tra loro anche due donne. I ripari, poco più che capanne sporche e anguste, erano costruite di materiale di risulta e vecchi pezzi di legno. Erano cittadini romeni di etnia Rom. Il campo abusivo era sorto nei pressi di via Don Primo Mazzolari, le baracche sono state demolite una per una con un lavoro durato diverse ore. A tutte le persone rimaste senza un ricovero è stata data la possibilità di poter usufruire dell'assistenza alloggiativa nella struttura dell'ex Fiera di Roma, in via dell'Arcadia.
Accordo a Casilino 900. «Insieme ai rappresentanti del Casilino 900 e al VII Municipio abbiamo firmato oggi un patto con cui si comincia una bonifica dal punto di vista della spazzatura e dell'attacco di acqua e luce in questo campo, insieme ad una collaborazione per lo spostamento dell'insediamento e per trovare percorsi condivisi. Dalla settimana prossima comincia la nuova fase e la nuova vita del Casilino 900». Lo ha detto stamattina in Campidoglio il sindaco di Roma Gianni Alemanno, in merito alla dichiarazione di intenti firmata in Campidoglio. Un sacerdote della diocesi è impegnato nell'aiuto e nell'assistenza delle famiglie del campo.
Allarme a Vallerotonda. Polemiche tra i residenti del comune del Cassinate Vallerotonda di fronte all'ipotesi di ospitare alcune famiglie di rom allontanati dai campi nomadi delle grandi città. Il commissario prefettizio che regge l'amministrazione dopo la sfiducia espressa, alcuni mesi fa, dall'assise civica al primo cittadino Giovanni Rongione, avrebbe indicato come possibile sito in cui ospitare nuclei di nomadi, alcune vecchie case Ater nella frazione di Cardito. I residenti, ovviamente, allarmati da questa ipotesi, protestano e ritengono che «la decisione non possa essere presa da una rappresentanza non eletta dai cittadini». Il commissario, invece, ha riferito di aver partecipato insieme ad altre rappresentanze del territorio, ad alcune riunioni indette dalla prefettura di Roma per far fronte al fenomeno delle popolazioni nomadi ma di non aver preso delle decisioni in merito. Avrebbe ammesso però che «al fax di richiesta di eventuali disponibilità inviate dalla prefettura capitolina, il responsabile dell'ufficio tecnico ha risposto chiarendo che l'unica possibile disponibilità era individuabile presso le case Iacp in località Cardito che comunque versano in uno stato di totale inagibilità». E dunque tale posizione non sarebbe immediata. La questione però, mantiene i cittadini in pre allarme.

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