giovedì 1 gennaio 2009

Il 2008 è stato un anno drammatico! Il 2009 sarà...

Abbiamo alle spalle uno degli anni più drammatici per le minoranze sinte e rom in Italia. Il 2008 era iniziato con la conferenza sulle popolazioni sinte e rom a Roma che tante speranze aveva offerto a tutti i Sinti e Rom, subito frantumate con la caduta del Governo Prodi e la conseguente devastante campagna elettorale.
Devastante perchè è stato il momento più buio per le minoranze sinte e rom. Nessun Rom o Sinto è stato candidato e il candidato premier Berlusconi ha fatto una delle dichiarazioni più razziste: “tolleranza zero per i Rom”. Non sono mancate altre dichiarazioni da parte di esponenti di tutte le forze politiche, si sono distinte in questa classifica razzista la Lega Nord e Alleanza Nazionale che precedentemente si erano già “distinte”.
Il risultato della campagna elettorale sono stati i fatti di Ponticelli e tantissimi altri attacchi razzisti contro Rom e Sinti inermi. Non solo, in tutta l’Italia ci sono state violenze, a volte veri e propri linciaggi contro il “diverso”. E con rammarico dobbiamo rilevare che alcuni di questi episodi di violenza razzista hanno visto protagoniste le Forze dell’Ordine che dovrebbero contrastare il razzismo.
I mesi di maggio e di giugno 2008 sono stati drammatici. Alla fine di maggio il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza per i “campi nomadi” e il Presidente Berlusconi ha firmato le ordinanze per le regioni Lombardia, Lazio e Campania. Mai in Italia lo Stato centrale aveva promosso delle norme così discriminanti.
Tant’è che molti Sinti italiani hanno chiesto a Sucar Drom come poter andarsene dall’Italia. Alla fine di giugno, nel dramma più totale, il Consiglio Direttivo della Sucar drom ha discusso un piano di fuga all’estero per le famiglie sinte italiane che vivevano nelle aree del Paese più flagellate dal razzismo. Ne è nato un appello lanciato a livello internazionale a tutte le organizzazioni sinte e rom. Soprattutto rivolto alla Spagna.
E la Spagna ha risposto. Le organizzazioni gitane hanno pressato il Governo spagnolo che ha lanciato accuse di razzismo contro il Governo Berlusconi. E’ intervenuto il Parlamento europeo e Sucar Drom ha trascinato in Tribunale il Presidente Berlusconi, ricorrendo contro le Ordinanze che avrebbero portato ad una schedatura su base etnica. Il Governo italiano ha fatto marcia indietro e ha corretto le norme più razziste.

In questo frangente drammatico, importanti sono stati tre momenti: la manifestazione a giugno organizzata da Santino Spinelli e le due manifestazioni, Roma e Cecina, organizzate dalla federazione Rom e Sinti Insieme nel mese di luglio.
Negli ultimi due anni con l’accrescersi del sentimento anti sinti e rom che ha percorso tutta l’Italia, si sono incontrate per la prima volta tutte le organizzazioni sinte e rom italiane e hanno dato vita alla federazione Rom e Sinti Insieme. In particolare è da sottolineare l’attivismo nato nelle popolazioni sinte, grazie al lavoro svolto dalla Missione Evangelica Zigana, della Nevo Drom e della Sucar Drom. In ogni Città italiana si sono formate o si stanno formando associazioni sinte che chiedono di essere protagoniste e contrastano in ogni dove razzismo e discriminazioni.
Da non sottovalutare anche l’apporto dato da tante associazioni, come per esempio l’ARCI, che si sono accorte dell’importanza della questione sinta e rom nel Paese. E tantissime persone singole che si sono spese in prima persona in questa drammatica situazione. Un grazie sincero a tutte queste persone che hanno fatto sentire il loro calore a chi stava vivendo l’inferno.
Gli ultimi mesi dell’anno sono stati monopolizzati dalla furia iconoclasta del Comune di Milano e dalla situazione romana con un ex fascista, Alemanno, che ha vinto le elezioni comunali. Mentre a Milano si prospetta una grande cacciata, a Roma Alemanno ha di fatto tradito le attese dopo che aveva illuso tanti, rompendo alcuni tabù: è stato il primo Sindaco della Capitale ad incontrare i Rom e i Sinti e che è andato di persona nei “campi nomadi”.
L’anno si è purtroppo chiuso con una sequenza impressionante di incendi e morti innocenti. Come sarà il 2009? Durissimo ma anche fecondo se sarà lasciato spazio politico alle associazioni sinte e rom per costruire percorsi di interazione, ovvero promuovere relazioni paritarie tra gli individui, le società e le culture per la realizzazione di una cultura della conoscenza, del dialogo e della comprensione, fondata sull'acquisizione responsabile di diritti reciproci. di Carlo Berini

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo, la politica può costruire i percorsi. Le relazioni tra gli individui, però, sono paritarie per il semplice fatto che gli individui sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti. Va bene che la politica costruisca i percorsi, ma le relazioni tra gli individui non spettano alla politica e non le potete costruire voi per gli altri. I percorsi li potete costruire, e, dopo che li avete costruiti, gli altri, liberamente, decidono se seguire quei percorsi; se non vogliono seguirli sono liberi di non seguirli. Guardate l'esempio dell'URSS, dove hanno voluto costruire la Cultura con la Politica... guardate che risultato hanno ottenuto. La Politica ha il compito di costruire i percorsi, ma è la Cultura che dà alle persone la possibilità di scegliere. Attenti a fare dei facili fascismi o totalitarismi...

Anonimo ha detto...

ciao Anonimo, il "fatto che gli individui sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti" non è proprio così semplice.
se fosse così semplice, ad esempio, lo Stato italiano avrebbe riconosciuto a Sinti e Rom lo status di minoranze già nel dicembre 1999 ma non è così...
se fosse così semplice, altro esempio, lo Stato italiano avrebbe recepito al raccomandazione n. 1557/2002 del Consiglio d'Europa come hanno fatto altri Stati ma non è così...
se fosse così semplice, altro esempio, lo Stato italiano avrebbe attuato le raccomandazioni contenute nel rapporto ONU/CERD del marzo 2008 ma non è così...
potrei continuare con altri centinaia di esempi ma il nocciolo del problema è proprio quello della libertà.
è difficile essere liberi se non sei riconosciuto e non hai strumenti per esercitarla, non ti sembra?

Anonimo ha detto...

Sì, devo ammettere che lo Stato italiano non ha ancora riconosciuto ufficialmente ai Sinti e ai Rom di far parte di una minoranza linguistica e culturale, e con questo lungo rifiuto lo Stato italiano non ha mai compiuto un atto che, stando ai fatti dimostrati dalla Seconda Guerra mondiali ai giorni nostri, pare proprio doveroso, un atto di giustizia nei confronti dei Rom e dei Sinti. Devo dire anche che siccome questi fatti della Storia sono fatti accertati e veri, essi non possono essere negati e quindi già dicendoli è un passo avanti verso la verità, e dato che fare la verità significa rendere giustizia (come quando nei tribunali si chiede la verità per fare giustizia), alle persone alle quali viene resa giustizia viene anche data la libertà poiché l'ingiustizia aveva tolto loro un loro diritto. Devo quindi ammettere che non riconoscendo ufficialmente l'appartenenza alla minoranza linguistica e culturale, lo Stato italiano non dà ancora ai Rom e ai Sinti un loro diritto, dunque non rende loro giustizia e pertanto si può dire che non sono liberi. Ammetto questo.
Ogni individuo, però, come persona non appartenente a un gruppo, è già libero. Questo vuol dire che cosa, che se uno dice di essere un Rom o un Sinto non ha i diritti che spettano a ognuno di noi? Allora questa è discriminazione. In effetti la questione non è semplice.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, la libertà deve avere spazi dove potersi esprimere ma ad oggi per le minoranze sinte e rom questi spazi sono negati a differenza di altre minoranze comne ad esempio quella ladina.

Anonimo ha detto...

Sucar Drom, la Libertà è essa stessa uno spazio. La Libertà e la Verità hanno lo stesso spazio, quindi esprimere la Verità vuol dire affermare la Libertà. Possiamo anche discutere su che cosa sia libertà e verità, che possono essere intese in maniera diversa da ciascuno di noi, quindi dobbiamo trovare una verità condivisa.

Anonimo ha detto...

ciao Anonimo, la libertà non penso che sia essa stessa uno spazio se non ideale e impalpabile che però deve poi trovarli gli spazi reali e palpabili.
quanto alla verità, penso sia una cosa molto diversa. anche perchè di solito è sempre associata al totalitarismo. quindi sono abbastanza allergico alla "Verità".
penso basterebbe provare ad immedesimarsi nell'altro che ci troviamo di fronte, forse può essere il modo per fare sintesi e risolvere molti dei problemi che ci angustiano. non pensi?

Anonimo ha detto...

Se per totalitarismo intendi i regimi totalitari e quindi le dittature, la verità non esisteva perché le cose venivano falsate per piegarle agli interessi dei dittatori. La verità che intendevo è quella che non viene piegata agli interessi. Anche voi di Sucar Drom piegate la verità ai vostrei interessi; per esempio non dite come mai una donna è costretta ad accudire al proprio bambino appena nato da sola. Perché nessuno si è immedesimato nei suoi bisogni e l'hanno lasciata al gelo col suo bambino appena nato? perché non le hanno dato nemmeno una coperta o non l'hanno aiutata ad accendere un fuoco per riscaldarsi? perché non l'hanno accompagnata in qualche posto caldo o in un centro dove l'accoglievano?
Anche questa è verità, non credi?

Anonimo ha detto...

ciao Anonimo, non riesco a capire l'esempio della donna lasciata a da sola al freddo e al gelo con il proprio neonato.
non ho mai visto una donna rom lasciata da sola ad accudire il proprio figlio. può essere che sia sola con suo figlio in alcuni momenti della giornata ma questo non mi sembra molto pertinente perchè succede ad ogni madre come ad ogni padre.
quindi ti prego di spiegarti meglio, grazie.

Anonimo ha detto...

La notizia si trova su RomSinti@politica di
giovedì, 01 gennaio 2009 nell'articolo "Esiste ancora una morale?"

[...]

"Dopo uno sgombero, il freddo uccide a Roma la neonata di una giovane mamma Rom.
31 dicembre 2008. Dopo un'azione di sgombero, nella quale sono state distrutte alcune baracche sotto un cavalcavia di San Vittorino Romano, in zona Casilino, nel Comune di Roma, una giovane albanese di etnia Rom, rimasta senza riparo, ha partorito e perduto la propria bambina, a meno di 24 ore dalla nascita.

La ragazza, che ha 22 anni, ha cercato di riparare la neonata nel proprio giubbotto, ma i rigori dell'inverno non le hanno concesso scampo.

Qual è la colpa di questa madre? Forse di essere povera e di essere Rom?

Di chi è la responsabilità morale (se esiste ancora una morale) per l’ennesima perdita di giovani vite umane Rom?"

u velto ha detto...

ciao Anonimo, le responsabilità sono diverse.
prima di tutto i servizi sociali del Comune di Roma che in un'azione di sgombero dovevano garantire una soluzione alternativa a tutte le persone, in particolar modo ai minori.
una certa responsabilità è anche dei sanitari dell'ospedale dove è nata la bambina che hanno l'obbligo di segnalare ai servizi sociali i casi di donne che possono trovarsi in difficoltà e trattenere i neonati fino a quando non sia chiara la sistemazione abitativa.
non crediamo che la mamma o il papà o i famigliari abbiano delle responsabilità perchè erano nelle stesse condizioni della neonata.
ci sarebbero delle responsabilità da parte della famiglia se i servizi sociali avessero offerto una soluzione alternativa e questa fosse stata rifiutata.
non crediamo nemmeno che si possa imputare ai famigliari o peggio alla mamma la responsabilità di non aver ricercato un ricovero adeguato perchè se chi ha la responsabilità civile e penale di offrirti questo ricovero, il Comune di Roma, per primo ti sgombera senza offrirti nessuna alternativa è difficile che poi ti induca a rivolgerti proprio al Comune di Roma per avere un aiuto.

Anonimo ha detto...

Ecco, ma allora visto che il Comune e chi aveva il dovere di aiutare questa mamma con la sua bimba appena nata non li hanno aiutati, gli altri non hanno fatto niente perché era compito del Comune? Che scuse sono? Il Comune non ci ha pensato, perché allora non ci hanno pensato i parenti, i familiari, i fratelli o gli altri? Volete dire che non potevano fare nulla, trovare una coperta, accendere un fuoco? Mi sembrano scuse assurde di chi sta lì a guardare e non fa niente perché non è compito suo e perché poi dà la colpa agli altri del mancato soccorso. E' omissione di soccorso, altro che storie.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, perchè non provi tu personalmente a stare per alcuni giorni sotto un ponte in un Paese e in una città che non conosci, dove non hai nessuna conoscenza, hai difficoltà a farti capire e non conosci il sistema del welfare vigente.
hai freddo e i rappresentanti di quel Paese ti hanno appena distrutto una piccola baracca dove ti riparavi dai rigori dell'inverno, hai freddo ma non sai a chi rivolgerti, hai freddo ma non sai dove trovare della legna per fare un bel fuoco, hai freddo ma non sai a chi rivolgerti per avere una coperta (bastasse una coperta e un fuoco in questi giorni!)...
tu risponderai: ma chi gliela fatto fare di venire in Italia. e noi ti rispondiamo: hai provato a vedere i dati della mortalità infantile in Albania?
ma il dilemma è un altro. siamo o non siamo un Paese civile?

Anonimo ha detto...

Benissimo la società, quindi noi, è colpevole.
avere strutture come caritas, stazioni, ps, ecc non serve se le persone non vengono informate all'ingresso ...ops se sono clandestini come fai ad informarli?
Certo è colpa dell'ospedale, lo stesso ospedale che se però, come proposto, denuncia questi casi e tutti i casi in cui si presenta un clandestino... si protesta perchè poi è come negare l'aiuto(perchè misteriosamente in quel caso tutti saprebbero che la loro clandestinità verrebbe alla luce se si sfrutta il servizio sanitario).
Se invece i servizi sociali prendono iniziative... si parla di furti di bambini.
Forse a sucar sfugge che è pericoloso dire che chi ha un figlio deve essere per forza aiutato ad avere una casa gratis ecc.altrimenti tutti giù a far figli tanto poi ci pensa ... babbo natale.
Un figlio non è un diritto caro sucar...è un dovere, un dovere che comincia da prima di farlo.

Il prossimo che muore...potrebbe essere colpa di chi dice cose senza poi poterle mantenere???

Anonimo ha detto...

Una persona sta a vivere sotto un ponte per alcuni giorni, in un Paese e in una città che non conosce e dove non conosce nessuno, ha difficoltà a farsi capire e non conosce il sistema di welfare vigente; ha freddo e i rappresentanti di questo Paese gli hanno distrutto la baracca in cui trovava riparo dai rigori dell'inverno, ha freddo ma non sa a chi rivolgersi, non sa dove trovare la legna per il fuoco, non sa a chi chiedere una coperta.
Io mi chiedo se era là da sola. Se questa giovane mamma era stata abbandonata ed era là sola, è una tragedia che forse non si poteva evitare. Ma se era là con altre persone della sua etnia, del suo gruppo, beh! allora mi riesce difficile capire il motivo per cui non sa a chi rivolgersi, non sa a chi chiedere di andare per lei a fare la legna per il fuoco, non sa a chi chiedere una coperta. Gli incivili sono il Comune e quelli della sua etnia che l'hanno lasciata in quelle condizioni senza muovere un dito per aiutarla.