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Avanzati da Donata Gottardi (in foto) del gruppo Pd/Pse, gli emendamenti - che hanno raccolto il favore dei suoi compagni del Pse, dei Verdi, della Sinistra unita (Gue) e dei liberal-democratici - chiedono l'introduzione del principio della discriminazione multipla e della discriminazione per associazione. Il primo riguarda i casi in cui più fattori di discriminazione si accumulino su di un solo individuo (che, ad esempio è un rom disabile, o gay o anziano, ecc.), il secondo riguarda ad esempio chi ha un figlio disabile e si vede negato l'accesso a un dato servizio.
E' stato poi inserito un riferimento esplicito alle molestie sessuali e la richiesta di aggiungere il genere tra i fattori da considerare, nonché l'applicabilità della Direttiva anche alle unioni civili e di fatto. Introdotta poi la garanzia del diritto alla riservatezza quale strumento per la lotta contro le discriminazioni, il criterio generale della soluzione ragionevole (le misure da adottare preventivamente per rimediare a situazioni di svantaggio) e sono state rafforzate le azioni positive. Inserita anche la richiesta della rimozione delle barriere non solo per i disabili, ma anche per i minori e gli anziani e per le persone che si occupano di loro.
E' stata poi accolta la richiesta di promuovere processi di inclusione e integrazione nei settori dell'educazione, istruzione e formazione. "Se il Parlamento europeo riuscirà ad approvare la Direttiva prima della fine della legislatura - ha affermato Gottardi in una nota diffusa alla stampa - l'Europa sociale, di cui si sente sempre di più la debolezza proprio in questi tempi di crisi, sarà riuscita a dotarsi di uno strumento veramente avanzato di tutela da tutti i fattori di discriminazioni in tutti gli ambiti, non solo in quello lavorativo". di Matteo Manzonetto
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