Giusto così. La prima apparizione tv di Karol Racz toccava a Bruno Vespa, che da tempo svolge un ruolo di supplenza istituzionale: ora con funzione legislativa, ora esecutiva, ora giudiziaria. Il quarto potere, quello dell'informazione, gli sta stretto. Racz, detto «faccia da pugile», è stato vittima di un errore giudiziario, con un'accusa infamante. Ma la sua colpa principale era di carattere fisiognomico, cioè televisivo: con quella faccia un po' così, da romeno, da nomade, da rom, da aspirante pasticciere non poteva che essere lui, lo Stupratore della Caffarella. Un perfetto capro espiatorio creato dalle circostanze, dalla fretta di trovare un colpevole.
Prima che la giustizia compia il suo corso e lo risarcisca ci vorrà del tempo, troppo. C'è un solo modo per accorciare i tempi, almeno sul piano simbolico: farne un eroe televisivo e ieri sera, presenti una traduttrice e il suo avvocato, è iniziata la pratica. Che si è conclusa con una pudica, commozione fuori onda. Una notizia non è mai una notizia nuda e cruda, specie se riguarda un delitto; la notizia è un racconto su una cosa accaduta. «Porta a porta» si è incaricata di fornire una versione che sovrasti le altre versioni (perché poi i dubbi rimangono, e se non è Racz è un altro romeno). Succede che una vittima passi per responsabile delle sciagure pubbliche ed è necessario, perché la persecuzione finisca, che la stessa vittima ristabilisca l'ordine compromesso: Bruno Vespa non ha condotto un programma ma ha officiato una specie di cerimonia pubblica capace di cancellare il senso di vergogna che in questi giorni ci ha oppresso (o avrebbe dovuto) e di restituire visibilità (dignità) alla vittima.
Nonostante la presenza inquietante di Paolo Crepet e di Vincenzo Mastronardi, che frugano nella mente altrui come si fruga in una borsetta. Il risarcimento principale consiste dunque nel consegnare quella faccia un po' così, finalmente mondata di ogni stereotipo della persecuzione, al circuito dei media. Si può avere la faccia da pugile, il naso schiacciato, lo sguardo torvo e zingaro senza per questo essere un delinquente. Speriamo ora che Karol trovi un lavoro e non inizi la peregrinazione ossessiva di salotto tv in salotto tv. La compassione che si fa spettacolo è il più crudele dei sentimenti. di Aldo Grasso
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