mercoledì 25 marzo 2009

Milano, dal campo-al villaggio-all'abitazione

Prefabbricati al posto dei container. Un progetto a medio-lungo termine per famiglie rom che assicurino il pagamento di una parte delle spese, la frequenza scolastica dei bambini, il lavoro degli adulti. I soldi ci sono già: 750mila euro finanziati dal ministero delle Politiche sociali e altri 330mila assicurati dal Comune per realizzare in via Barzaghi, dove oggi c’è già un campo nomadi, il progetto “Dal campo al villaggio e all’abitazione”. Una novità contenuta nel “piano di zona 2009-2011” dell’assessorato alle Politiche sociali che, ancor prima di approdare in Consiglio, è già contestato all’interno dello stesso centrodestra: a cominciare dalla Lega, che rifiuta uno stanziamento di 11 milioni per gli immigrati.
Sul progetto che riguarda via Barzaghi — e che, nelle intenzioni dell’assessorato, dovrebbe partire entro pochi mesi — qualche perplessità la esprime anche don Massimo Mapelli, della Casa della carità, che gestisce quel campo: «Che senso ha spendere soldi per rendere più stabile la permanenza nei campi, quando l’obiettivo dichiarato è quello di superare il concetto stesso degli insediamenti?», si chiede don Massimo. Da parte sua, l’assessorato assicura che proprio questo progetto sarà la prima sperimentazione del passaggio verso «diverse, autonome soluzioni abitative». «Non costruiremo case, ma moduli abitativi prefabbricati, che quindi potranno essere smontati in qualsiasi momento», spiega l’assessore Mariolina Moioli (in foto).
Sui criteri di assegnazione delle future “casette” nel campo, il progetto detta alcune regole base: saranno destinate a «nuclei familiari, di origine rom, romeni con un reddito derivante da un lavoro regolare e quindi in grado di contribuire col pagamento di un affitto». «Ho più di una perplessità sul piano — spiega Matteo Salvini, capogruppo leghista in Consiglio — Su questo progetto non dico un no a priori, ma prima di spendere un milione di euro voglio capire a chi sono destinati questi prefabbricati, anche perché nella zona mi segnalano un ritorno di furti e vandalismi». di Oriana Liso

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