
Sul progetto che riguarda via Barzaghi — e che, nelle intenzioni dell’assessorato, dovrebbe partire entro pochi mesi — qualche perplessità la esprime anche don Massimo Mapelli, della Casa della carità, che gestisce quel campo: «Che senso ha spendere soldi per rendere più stabile la permanenza nei campi, quando l’obiettivo dichiarato è quello di superare il concetto stesso degli insediamenti?», si chiede don Massimo. Da parte sua, l’assessorato assicura che proprio questo progetto sarà la prima sperimentazione del passaggio verso «diverse, autonome soluzioni abitative». «Non costruiremo case, ma moduli abitativi prefabbricati, che quindi potranno essere smontati in qualsiasi momento», spiega l’assessore Mariolina Moioli (in foto).
Sui criteri di assegnazione delle future “casette” nel campo, il progetto detta alcune regole base: saranno destinate a «nuclei familiari, di origine rom, romeni con un reddito derivante da un lavoro regolare e quindi in grado di contribuire col pagamento di un affitto». «Ho più di una perplessità sul piano — spiega Matteo Salvini, capogruppo leghista in Consiglio — Su questo progetto non dico un no a priori, ma prima di spendere un milione di euro voglio capire a chi sono destinati questi prefabbricati, anche perché nella zona mi segnalano un ritorno di furti e vandalismi». di Oriana Liso
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