lunedì 16 marzo 2009

Milano, interviene anche Amnesty International contro la furia degli sgomberi

Sara, piccola romena paralizzata dalla distrofia muscolare, è ancora nella sua prigione di legno e cellophane sotto il ponte Bacula. Ma la luce dei suoi occhi e il sorriso dei suoi sette anni hanno bucato il buio della catapecchia e sono arrivati fino a Washington, da dove è partito l´appello internazionale di Amnesty International in solidarietà con la piccola comunità rom, colpita da ormai dieci sgomberi, senza mai un´alternativa praticabile al vagabondaggio disperato lungo i binari delle Ferrovie Nord. In vista dell´imminente sgombero di Sara e degli altri 150 rom della Ghisolfa, è pronta anche un´interrogazione alla Commissione Europea dell´eurodeputata Patrizia Toia.
Che cosa ha fatto arrivare fino ad Amnesty International il caso dei romeni che vivono come topi lungo la massicciata delle Nord alla Bovisa? «Da parte delle autorità milanesi - si legge nell´appello - non c´è stata alcuna consultazione con quella comunità né tentativo di offrire alternative accettabili ai senza tetto». Amnesty ricorda che sotto al ponte vivono molti bambini anche in età prescolare, che mancano acqua ed elettricità e che nei precedenti sgomberi il Comune offrì accoglienza solo alle madri con bambini e solo per un breve periodo.
Amnesty International si rivolge al prefetto, al sindaco Letizia Moratti e al vicesindaco Riccardo De Corato, che ha annunciato la messa in opera di insormontabili barriere «per evitare nuove occupazioni in futuro». Amnesty sottolinea che «gli sgomberi forzati, portati avanti senza tutele legali e assistenza, sono sanzionati dalle norme internazionali come una violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un´adeguata abitazione». La richiesta all´amministrazione è di pensare lo sgombero come «ultima possibilità e solo nel rispetto completo di tutte le garanzie previste dal diritto internazionale, compreso il diritto di preavviso e di una valida sistemazione alternativa». Il vicesindaco De Corato replica: «Non ci sono leggi internazionali che impongano di ospitare nelle strutture comunale persone che occupano abusivamente. Le sgombereremo offrendo assistenza a donne e a minori: non agli uomini, neanche se padri di famiglia. Ma loro hanno sempre rifiutato, dalla Bovisasca in avanti. Quindi sono problemi loro. Le famiglie, nei nostri centri d´accoglienza, non possono stare per problemi di promiscuità».Protesta l´eurodeputato Toia, che aveva già scritto al sindaco - senza risposta - per chiedere il rispetto dei diritti umani per gli zingari. Ora si rivolge al prefetto Gian Valerio Lombardi, commissario straordinario all´emergenza rom. «Ho chiesto al prefetto di presenziare allo sgombero assieme a una delegazione del Parlamento europeo - spiega la Toia - e nell´interrogazione che sto per presentare alla Commissione chiederò di valutare se, tra le altre cose, il comportamento delle autorità milanesi non stia violando il principio di non discriminazione su base etnica e le disposizioni internazionali per la protezione dei minori». di Zita Dazzi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La traduzione in italiano dell'appello di Amnesty.

u velto ha detto...

grazie Fabrizio