lunedì 16 marzo 2009

Montesilvano (PE), il razzismo promosso da Forza Nuova

E' la volta di Montesilvano e dell'ennesima strumentazione di un fatto di cronaca che si trasforma in atto di razzismo. E' il trionfo della sopraffazione che usa la finta causa sociale per far presa sul malcontento comune. Sequestrate e confiscate tutto ai Rom!
Uno slogan che presuppone l'analisi di due questioni fondamentali: il diritto di proprietà e il relativismo culturale.
Sulla prima questione c'è molto da dire, se non altro perchè è sulla proprietà privata che, nei secoli, i popoli conquistatori hanno giocato il loro ruolo ed esercitato il potere.
Chiedete a un pescarese chi sono i Rom e vi diranno che sono "nomadi che hanno le ville". Un ossimoro che continua a rappresentare il pregiudizio secondo cui un Rom, se proprietario, ha costruito la sua casa con proventi illeciti.
Una generalizzazione che non tiene conto di coloro che lavorano e che hanno ristrutturato, nel corso degli anni, gli alloggi avuti in eredità dai padri.
Inoltre, ed è atteggiamento maggioritario in uso anche per tutte le comunità escluse, si colpevolizza il "possedimento" come rappresentazione di un avere che non compete, enfatizzando che "se sei povero, come hai fatto a farti la casa?".
Potremmo chiederlo a milioni di persone che, con i sacrifici che ognuno di noi conosce, sono riuscite ad avere una casa, grande o piccola che sia.
Sul relativismo culturale e il riferimento all'appartenenza etnica possiamo dire molto di più: il fatto di appartenere alla comunità Rom ci pone davanti all'annosa questione del "non sono persona ma popolo", pur considerando che si è persona in un contesto in cui quel popolo si esprime. Allora, come si esprime il popolo Rom e come viene "espresso", dipinto e raccontato, dalla società che quel popolo accoglie?
Nell'ultima settimana i giornali locali hanno dipinto un fatto di cronaca rendendolo eclatante: l'entità della somma confiscata, il coinvolgimento della figura dei minori - che tanto fa presa sull'opinione pubblica - e la convenzionale ripresa dei caratteri "culturali", forzatura che tende a ribadire il concetto secondo cui tutto un popolo possiede determinate caratteristiche.
Criteri che rafforzano la discriminazione razziale, ribadendo che se uno è Rom è "culturalmente" dedito all'illecito.

Questo relativismo, che colpisce ogni straniero in terra straniera, rappresenta in questo caso un pericoloso strumento che ha come obiettivo quello di rendere lo stereotipo il canale preferenziale per arrivare alla "gente".
Più che uno slogan populista è uno slogan fascista che, in nome dello sviluppo dello stato sociale (più caserme e case popolari, sic!) gioca sull'annientamento del diritto di cittadinanza in nome del nazionalismo garantito dal senso di appartenenza etnica. Dal relativismo culturale al concetto di razza superiore, quindi, il passo è veramente breve.
Mi chiedo quale risposta pubblica darà il territorio (non solo Montesilvano ma anche la provincia pescarese e, perchè no? tutta la regione) a questo gravissimo atto di razzismo. di Julia Prestia, Cooperativa Sociale Pralipé

2 commenti:

Guido ha detto...

Ma in che mondo vivi? Apri gli occhi, li hai mai visti lavorare??? Vai sul sito de Il Centro e nel campo ricerca inserisci: Spinelli, Di ROcco, Bevilacqua, Guarnieri, Ciarelli, Morelli... Documentati e poi ne riparliamo (Chiedete a un pescarese chi sono i Rom e vi diranno che sono "nomadi che hanno le ville". Un ossimoro che continua a rappresentare il pregiudizio secondo cui un Rom, se proprietario, ha costruito la sua casa con proventi illeciti.
Una generalizzazione che non tiene conto di coloro che lavorano e che hanno ristrutturato, nel corso degli anni, gli alloggi avuti in eredità dai padri.)
Ti sfido a dirmi nome e cognome di uno solo di loro che lavora o dove abita!!!

Unknown ha detto...

"Ti sfido a dirmi nome e cognome di uno solo di loro che lavora o dove abita!!!"

Bellissima frase.

Non ti rendi conto che sui giornali finiscono le notizie ecclatanti o sempre più spesso manipolazioni?

Chi lavora e magari è stanco la sera non finisce sui giornali. Anzi, spesso ci finisce una volta sola nella pagina dei morti.

Rilancio: ti sfido di dirmi nome e cognome di almeno uno che si chiama Guido che lavora, dove abita e il numero di telefono. Io naturalmente scherzo, tu forse no.