mercoledì 8 aprile 2009

Decreto sicurezza, Governo battuto

Il governo è stato battuto stamani alla Camera sul decreto legge in materia di sicurezza, quando è passato un emendamento dell'opposizione, grazie ad alcuni voti della maggioranza, che sopprime una norma sugli immigrati fortemente voluta dalla Lega Nord.
In precedenza la conferenza dei capigruppo di Montecitorio aveva deciso di stralciare un'altra norma del provvedimento d'urgenza, quella che dava il via libera alle ronde anti-crimine di cittadini. La norma dovrebbe ora essere inserita nel più ampio disegno di legge sulla sicurezza che la Camera esaminerà nelle prossime settimane.
Sulla doppia battuta d'arresto del decreto -- una bandiera sul fronte della sicurezza per la Lega Nord -- il ministro Roberto Maroni è furibondo.
Alla Camera due emendamenti identici di Pd e Udc, che miravano alla soppressione dell'articolo 5 del decreto legge, sono passati a votazione segreta con 232 sì, 225 no e 12 astensioni.
La norma aumentava fino 180 giorni il tempo di detenzione degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione, previa convalida del giudice di pace. L'obiettivo era di aumentare le probabilità di espulsione effettiva dei clandestini.
Il relatore del decreto, la leghista Caterina Lussana, ha chiesto la sospensione immediata dell'esame del decreto.
"E' una grande vittoria delle opposizioni dopo quello sulle ronde", ha commentato Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia a Montecitorio.
In precedenza il governo aveva accettato di stralciare dal provvedimento d'urgenza la norma che dava il via libera alle ronde anti-crimine di cittadini, che prevedeva "la possibilità per i sindaci di avvalersi, d'intesa con il prefetto, della collaborazione di associazioni di cittadini non armati per segnalare agli organi di polizia eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale", come si legge nella relazione che accompagna il decreto alla Camera.
Ancora questa mattina il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e uno dei coordinatori del Pdl aveva detto che il governo avrebbe messo la fiducia sulle ronde. Poi è arrivato l'accordo con le opposizioni per lo stralcio.
Nel decreto rimangono ora le norme che inaspriscono le pene per chi commette reati di violenza sessuale e dispone la custodia cautelare in carcere per chi è accusato, "con gravi indizi di colpevolezza" di stupro.

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