“Con il no dell’Assise all’ordine del giorno sulla proposta della Prefettura sulla questione rom c’è il rischio di perdere finanziamenti per milioni di euro”. A parlare è Mimmo Di Gennaro, presidente dell’Opera Nomadi di Giugliano, che venerdì pomeriggio ha incontrato il prefetto di Napoli Alessandro Pansa, nominato dal governo commissario all’emergenza rom in Campania, per fare il punto della situazione sulla vicenda che vede contrapposti l’amministrazione comunale con la struttura commissariale.
Secondo Di Gennaro durante l’ultima Assise non sarebbe stata detta la verità, o almeno parte di essa. Non ci sarebbe, infatti, nessuna imposizione da parte della prefettura di insediare a Giugliano una cittadella rom. “La decisione presa dal consiglio comunale ci ha meravigliato – dice l’esponente di Opera nomadi – perchè da parte di Pansa non c’è nessuna volontà di imporre alla città un villaggio bensì c’è da parte sua uno spirito collaborativo per risolvere la problematica. Uno spirito che invece non sembra appartenere all’amministrazione comunale, la cui posizione sembra isolata rispetto a quella degli altri comuni della provincia di Napoli, come Caivano e Afragola, che invece hanno accettato il piano del prefetto ricevendo in cambio finanziamenti per la bonifica e la sistemazione dei nomadi. Giugliano, invece, rischia di perdere questi fondi. Pansa non vuole imporre nessun megacampo a Giugliano ma è disponibile a concertare le modalità di intervento. Potrebbero farsi anche dei microcampi, questo potrà essere deciso insieme. L’unico punto fermo è di migliorare le condizioni di vita in cui versano i nomadi da anni”.
Secondo i dati dell’associazione, accertati anche dall’Istat e dall’ex amministrazione Tagliatatela, i rom censiti che attualmente risiederono nei campi del Ponte Riccio è di 420, mentre quelli non censiti sarebbero poco meno di una trentina e non invece trecento. “Sono dati accertati da più fonti, sfido chiunque a confutarli – dice Di Gennaro - . La proposta della Prefettura mi sembra sensata e tenta di risolvere una volta per tutte la questione sotto tre punti di vista: ambientale, sociale ed economico. “Con la costruzione di circa cinquanta case in muratura si porrebbe fine ad anni di isolamento dei rom, sarebbe possibile effettuare finalmente la bonifica dei suoli inquinati ed infine potrebbe esserci il definitivo rilancio della zona industriale. Purtroppo, dopo l’ordine del giorno votato all’unanimità da maggioranza ed opposizione su proposta del sindaco, c’è il serio rischio di rinunciare ai fondi messi a disposizione della Prefettura. Il nostro intento è solo quello di trovare un percorso condiviso per risolvere una volta per tutte la questione. Ci auguriamo che il prefetto Pansa faccia chiarezza sul piano regionale, magari organizzando anche una conferenza stampa. Il campo che l’amministrazione che sta costruendo non può essere l’unica risposta perché, oltre ai 120 rom censiti, ce ne sono altri 300 che vivono da anni in questi territori. La proposta di provincializzare il problema è senza fondamento - chiosa Di Gennaro – perché nessun comune si farebbe carico di ospitare rom che attualmente vivono in altri territori”. di Antonio Mangione, (in foto l'area degli insediamenti rom) continua a leggere…
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