Martedì 14 aprile 2009 la Gazzetta di Mantova ha titolato in prima pagina “Blitz di due nomadi nella casa protetta” e ha sottotitolato “Curtatone, forzano l’ingresso e portano via un ragazzo di 11 anni”. Al lettore disattento il messaggio rafforzerà lo stereotipo degli “zingari rapitori di bambini”, smontato in maniera sistematica dalla ricerca “la zingara rapitrice” di Sabrina Tosi Cambini per l’Università di Verona e pubblicata da CISU l’anno scorso.
Anche il titolo e il sottotitolo nelle pagine interne (pagina 12) non lasciano scampo a questa interpretazione: “Blitz dei nomadi nella casa protetta” e “Irrompono nella comunità Alfaomega e portano via un undicenne”. In questo caso i “nomadi” non sono più due ma diventano addirittura un’entità astratta che può indurre a pensare ad un’organizzazione. Magari per schiavizzare il bambino come vuole lo stereotipo più diffuso vero le popolazioni sinte e rom. Ma il lettore che legge l’articolo, bramando particolari sinistri e torbidi sulla vicenda, rimane quasi subito deluso perché il giornalista anonimo spiega che il blitz è probabilmente opera dei parenti del ragazzo.
Di fatto abbiamo un minore fermato dai Carabinieri di Roverbella, dopo un furto in una villetta, e affidato temporaneamente alla comunità AlfaOmega in attesa di essere riaffidato ai genitori. E il giornalista anonimo spiega che probabilmente i genitori e altri parenti si erano presentati nei giorni scorsi alla comunità ma gli era stato negato il minore. Questa cosa è abbastanza strana perché per legge il minore, che per la legge italiana non è imputabile fino ai quattordici anni, viene riaffidato alla famiglia immediatamente o entro poche ore dalla comunità di affidamento se la famiglia non si presenta immediatamente alle Forze dell’Ordine.
Sarà utile capire come mai la comunità Alfa Omega non ha restituito il minore ai parenti se è vero che si sono presentati ma la questione più importante in questo caso è un altra. La società cosa offre a questo minore? E ancora: la società cosa offre alla famiglia di questo minore? Ad oggi solo qualche giorno in comunità per il minore e un articolo in prima pagina per la famiglia.
Per qualsiasi altro minore e per qualsiasi famiglia verrebbero attivati diversi interventi sia sociali che scolastici, coordinati dal Tribunale dei Minorenni, ma in questo caso e in tanti altri casi questo non succede, evidenziando una forma di discriminazione contro i Sinti e i Rom meno percepita ma più diffusa.
Molti sono pronti ad indignarsi se lo Stato italiano vuole prendere le impronte ai bambini sinti e rom ma pochi si accorgono delle molteplici “discriminazioni silenziose” che vengono subite dalle popolazioni sinte e rom. A partire proprio da quel settore, il sociale, che dovrebbe essere più attento ad offrire pari opportunità a tutti i Cittadini, come recitano le prime righe della Legge 328/2000. Righe che è sempre bene rileggere:
“La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione.”
Purtroppo il nostro sistema del welfare, che pure si accorge dei Sinti e dei Rom al contrario di altri settori come quello ad esempio della cultura, spende di norma per i Sinti e i Rom un quinto dei soldi che spenderebbe per un qualsiasi altro Cittadino. E quando succede questo già è un successo perché in molti casi, come quello di questo minore, la spesa rasenta lo zero. Un trattamento discriminatorio che è alimentato dal seguente alibi: “sono nomadi è nella loro cultura, non c’è niente da fare”. Un alibi che purtroppo utilizza il termine “cultura” con la stessa accezione con cui alcuni decenni fa si utilizzava il termine “razza”. Di fatto un alibi razzista!
In questi anni, nella Provincia di Mantova, si è dimostrato proprio l’esatto contrario: i bambini sinti e i rom mantovani vanno a scuola e non sono certo per le strade a rubare o a mendicare. Questo è successo perché si sono iniziate ad offrire pari opportunità alle famiglie sinte e rom. Certo non ancora completamente ma l’impegno profuso dalla Provincia di Mantova e da tanti Comuni, a partire da quello di Mantova, ha fatto si che oggi i Sinti e i Rom mantovani non subiscano più quelle forme di discriminazioni che hanno portato l’Italia ad essere ripresa dalle maggiori istituzioni internazionali, ad iniziare dall’Unione europea.
Oggi il caso di questo minore ci interroga su ciò che sta intorno a noi. E’ impensabile ritenere di vivere in un fortino inattaccabile, perché ciò che succede anche solo nella vicina Brescia inevitabilmente ci tocca, come dimostra appunto questo caso. E’ per questa ragione che l’associazione Sucar Drom da tempo chiede alle istituzioni mantovane di essere ponte con le istituzioni di altri territori per implementare le azioni svolte in questi anni. Purtroppo ad oggi la risposta non c’è e il minore che era nella comunità Alfalomega non si vedrà riconosciute quelle pari opportunità di cui molti si riempiono la bocca ma che poi pochissimi si impegnano a garantire. di Carlo Berini per Articolo 3
12 commenti:
...che parole ...
cosa offre alla famiglia?
Bene ti riporto un'esperienza personale, amici cari hanno adottato un ragazzino da un altro paese.
dopo diversi anni questo ragazzino è entrato nell'adolescenza e, come capita a molti suoi coetanei, è andato in crisi.
lui la sua situazione la sfogava scappando.
Non scappava dalla famiglia per qualche motivo particolare, ma scappava.
Cosa hanno fatto per lui(che non ha rubato, che non ci poteva neppure essere il sospetto che la famiglia lo avesse indotto in tal senso)le istituzioni a cui si sono rivolti per affrontare un problema che era + grosso di loro?
Lo ha mandato in una comunità togliendo loro la potestà.
QUando poi è scappato + volte anche da questo centro hanno capito che il problema era lui e non la famiglia...ma lo hanno tenuto in questo posto per 3 anni.
Ma siccome questo era un bambino di genitori non rom non si tratta di discriminazione.
Se fosse capitato ad una famiglia rom...saresti tornato a scrivere di discriminazione.
Comunque sottrarre un minore, anche se è la famiglia a farlo...non credo sia accettabile, pure i genitori privati di entrambi i figli per un disegno hanno aspettato 90 gg per riabbracciare i loro figli con l'onta mediatica di essere una famiglia di mostri, ma MAI hanno forzato la legge.
Se fosse capitato ad una famiglia rom...sarebbe stata nuovamente discriminazione.
Hai ragione di discriminazione ne vedo sempre di +, avete creato gli "intoccabili eletti" e i gagè mostri...complimenti.
Nel primo semestre 2006, il Dipartimento Giustizia Minorile ha rilevato 1.782 ingressi nei Centri di prima accoglienza.
Dei minori stranieri nei Centri di prima accoglienza, il maggior numero provenivano dalla Romania
(433), Bosnia-Erzegovina (119), Serbia Montenegro ( 132), Croazia (42), Albania (17), Moldavia (16).
Il numero dei minori stranieri accolti è del 57%.
La percentuale dei minori "nomadi" presi in carico dai servizi sociali è del 7%, gli stranieri 17% (presumo tra questi i rom stranieri) gli italiani 76%.
Tenendo conto che i minori rom e sinti in Italia rappresentano l'0,2% della popolazione i numeri parlano chiaro.
Un minore rom ha più di 50 volte più probabilità di finire in un centro d'accoglienza rispetto ad un minore italiano.La fonte è di "parte", della on. Angelilli di A.N. una delle "vestali" dei diritti dei minori "su base etnica".
Mi rivoltano gran parte delle sue tesi "sui diritti dei minori" ma i dati sono credibili, del resto ha ricoperto ruoli istituzionali sul tema ed ha quindi lavorato su dati di prima mano.
Forse queste 50 volte superiore è dovuta alla situazioni in cui vivono?
Al fatto che alcuni minori vengono usati per atti illegali quali il furto, ecc?
Forse perchè le differenze culturali siano valutate come "problema" dalle istituzioni?(genitori giovani, molti bambini in una famiglia o cose simili?)
Non dico che il sistema sia perfetto, anzi l'esempio che riporto dice proprio il contrario, dico solo che quando sbaglia non lo fa su base etnica, solo che se lo fa su un minore italiano, tranne casi molto eclatanti, non fa nessun rumore, e neppure sucar è interessato al caso, se colpisce un rom la si vede subito come pregiudizio.
Avete chiesto alla comunità Alfa Omega se i parenti si siano davvero presentati e perché non abbia restituito il minore?
E poi avete chiesto alla società cosa offra a questo minore e alla sua famiglia?
Come fate, altrimenti, a dire che fino a oggi non ha offerto niente?
Avete chiesto se per caso si siano dati da fare per risolvere la situazione in cui grava la famiglia e non abbiano ricevuto collaborazione?
Le campane si ascoltano da ambo le parti, se si vuole essere obiettivi. Se poi avete ragione, ben venga questo articolo, ma di solito bisogna informarsi prima.
Chi era preposto ad affrontare il problema dei nomadi, e che per questo ha ricevuto e riceve soldi dalle varie amministrazioni, cosa ha fatto per cercare di risolvere qualche loro problema? Li ha forse aiutati a creare qualche cooperativa di lavoro? Li ha convinti ad inserirsi in qualche attivita' lavorativa? Ha fatto loro capire l'importanza della scuola e della formazione professionale? Gli ha spiegato che non si puo' essere parassiti, ma che ognuno deve fare la sua parte, anche se lavorare o studiare e' fatica, e che lo e' per tutti, e che loro non sono dei privilegiati?Le varie associazioni che difendono i nomadi lo sanno che prima di spendere soldi dei contribuenti e tempo in ricerche su "nomadi e letteratura" e' meglio che si diano da fare per aiutarli veramente, con lavoro, scuola, casa? Dopo di che non ci sara' piu' il problema "nomadi". E' forse questo di cui hanno paura queste associazioni?
ciao Anonimo di sabato, quello che ho scritto è stato verificato.
ciao Anonimo di lunedì, dove abita questa famiglia nessuna associazione ha mai ricevuto denaro. "rom/sinti nella letteratura" è stato scritto in maniera gratuita, nessuno è stato retribuito.
Every One sul tema della sottrazione dei minori.
Caro Hidden quello che riporti è solo un articolo propagandistico privo di ogni riferimento serio e affidabile.
1° non dice quali siano i precedenti, in compesno usa dell'ottimo pregiudizio nei confronti delle forze dell'ordine che ovviamente sono fasciste.
2° non spiega con quali motivazioni vengono allontanati i bambini dalla famiglia
3° riporta una grave inesattezza sulla questione "libera circolazione" che infatti, a seguito dei fatti avvenuti, tra romania e italia sono state riviste le regole.
Inoltre non è che libera circolazione=facciamo quel bip che ci pare!
Purtroppo cavalcare dei falsi miti è utile a tutti per portare attenzione dalla propria parte.
Che dire di quei bambini presi oltre 70 volte a rubare e solo alla 71° (forse) portati via dalla famiglia?
Sono strani questi estremi di comportamento da parte dei servizi sociali, da una parte si lasciano bambini che evidentemente sono usati per rubare da alcune comunità nonostante ripetute evidenze, dall'altra senza nessuna motivazione un giudice(e si perchè la decisione la prende un giudice e non il primo poliziotto fascista che passa), che ha come primo dovere il tentare il reiserimento in famiglia, spesso anche danneggiando il minore, decide di sottrarre il minore ad una famiglia perchè quel giorno è sceso dal letto di malumore.
Un articolo molto credibile!Indubbiamente credibile per chi è pieno di pregiudizi!
A me la ricerca su nomadi e letteratura piace. La ricerca, in generale in tutti i campi, è molto importante. Si spendono tante energie (e magari tanti soldi) e non è assicurato di arrivare ad un risultato, però la ricerca serve sempre.
Meglio che la ricerca sia finalizzata a scuola, lavoro, casa,altrimenti non serve ad aiutare chi ha bisogno, ma e' solo una soddisfazione personale di qualche pseudo intellettualoide
ciao Anonimo di Martedì 21, la cultura è per noi un settore fondamentale anche se fino ad oggi è supportato solo da volontari.
Infatti, gran parte dei pregiudizi e degli stereotipi verso le minoranze rom e sinte derivano dalla assoluta non conoscenza delle culture e dei valori espressi. Inoltre, è da sottolineare l’assenza di comunicazione dei risultati progettuali positivi e dal prevalere di un comportamento generalizzato della stampa che alimenta appunto stereotipi e pregiudizi.
Questo porta l’opinione pubblica a posizioni xenofobe e a credere che non esistano valori espressi dalle culture sinte e rom. La diffusione della conoscenza delle culture rom e sinte deve essere una priorità, perché solo diffondendo la conoscenza sarà possibile affrontare politicamente e operativamente le molteplici problematiche vissute oggi nel nostro Paese dalle minoranze sinte e rom.
In sintesi è difficile lavorare per l'abitare, l'inserimento lavorativo, la scolarizzazione... se non si demoliscono i pregiudizi e questo lo si fa solo attraverso la cultura.
Non per altro la situazione attuale è proprio figlia dell'assenza di cultura sui Sinti e sui Rom.
Io credo invece che la situazione attuale sia figlia non dell'assenza di cultura sui Rom e sui Sinti, ma della mancanza di lavoro, della marginalizzazione dei campi nomadi, della mancanza di istruzione,di scolarizzazione, di formazione professionale... Per rimediare alla situazione attuale ed ai pre-giudizi ( che spesso invece sono giudizi motivati)credo non sia assolutamente importante la ricerca in letteratura, ma occorre vedere Rom e Sinti che lavorano, vanno a scuola, abitano in case decorose,si laureano, non rubano, ecc...Altrimenti come fa a cambiare il giudizio su questo popolo? Anche sugli albanesi c'era il pregiudizio che fosse un popolo di delinquenti. Ma quando gli albanesi seri, onesti e lavoratori sono diventati la maggioranza, il pregiudizio e' scomparso, e l'albanese che delinque e' stigmatizzato come singolo e non come popolo. Auguri!
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