Fini definisce "indecente" la trasmissione di Anno Zero dedicata al terremoto e Berlusconi afferma che la Rai ha sbagliato a permetterla. Prima di loro un folto branco di pennivendoli ha azzannato ripetutamente Santoro accusandolo di licenza di libertà, di stravolgimento della verità dei soccorsi e di speculazione politica per aumentare il suo audience. Dò per arrostito alla graticola il povero Santoro e non dubito che pagherà ancora una volta il fio delle sue colpe. Non dimentichiamo che è recidivo e che già una volta per via dell'editto bulgaro fu cacciato a calci nel sedere dalla Rai. Ma, stavolta, non è solo Lui a chiederne la testa. C'è anche la terza autorità dello Stato, il Presidente della Camera che con la sua sortita ha interrotto il suo idillio con una visione condivisibile dei diritti civili e della democrazia. Come si è permesso Santoro di criticare i soccorsi e di parlare di dolo edilizio? Forse Berlusconi che, oggi, per la quinta volta, si è recato a farsi fotografare ed intervistare tra i terremotati ha mai parlato di responsabilità per la morte di trecento persone, il ferimento di altre duemila, diecine e diecine di migliaia di sfollati, danni per miliardi di euro? La stampa italiana ha nella sua proprietà il fior fiore dei palazzinari, la TV è in gran parte proprietà o controllata dal Presidente del Consiglio che è anche l'uomo più ricco d'Italia, come è possibile che qualcuno possa sfuggire al ferreo controllo del Grande Velinaro che orienta il coro, la grancassa, l'orchestra della informazione? Il tema della responsabilità nella morte di trecento persone e forse di tante altre ancora sepolte sotto le macerie dei quartieri più fatiscenti delle città abruzzesi deve essere escluso. Al massimo se ne parli in relazioni alle indagini della Magistratura ed in modo distaccato dalla narrazione degli eventi odierni. Questi debbono solo far vedere il solertissimo soccorso ai poveracci sfuggiti alla falce della morte del Presidente del Consiglio che, qui come a Napoli, si avvale della bravura (che tutto il mondo ci invidia!!) di Bertolaso. Di Napoli, comunque, non si sa più niente e lo scenario delle vittime dell'inceneritore e dell'accultamento delle immondezze è stato oscurato. Avete mai più visto le piramidi di balle di spazzatura allineate ed in attesa non si sa di che? Ma a L'Aquila le responsabilità in qualche modo stanno venendo alla luce. Basta guardare le fotografie delle macerie per vedere ad oc chio nudo, senza bisogno dell'ausilio degli esperti, quanto poco cemento e tanta tanta sabbia, quanto poco ferro spesso corroso, costituissero le fondamenta ed i pilastri portanti degli edifici rovinati con tanti poveri disgraziati uccisi nel sonno o, peggio, dopo lunghe sofferenze da sepolti vivi.
Alimentare la polemica con Santoro per il suo scarso patriottismo, per non essersi genuflesso difronte all'Arcangelo soccorritore dei sofferenti può anche essere utile per distrarre l'attenzione dalle orribili verità che stanno venendo alla luce mano a mano che si procede nelle indagini. Indagini in tenda dal momento che i palazzi strategici come la Prefettura e tutti gli altri si sono sbriciolati seppellendo anche gli archivi, il catasto e quant'altro costituisce la memoria ed il cervello della comunità azzerata. Probabilmente c'è l'obiettivo di evitare o almeno condizionare fortemente il prossimo numero di "Anno Zero" che potrebbe avere più informazioni di quello di giovedi scorso. Sebbene ci siano di mezzo le vacanze pasquali abbiamo molti più elementi di giudizio per confermarci nella tesi che se le costruzioni fossero state fatte senza rubare nel cemento e nel ferro non avremmo avuto tanto disastro. La natura è spesso malvagia, maligna e tuttavia, a detta degli esperti, i trecento morti sono il portato non della sua feroce zampata ma del dolo della classe dirigente. L'argomento della illegalità diffusa e del "siamo tutti corresponsabili" non è affatto vero in un Paese in cui il Governo è stato appena colto con le mani nel sacco di un decreto che è l'esatto contrario di tutto ciò che abbiamo bisogno e cioè di regole, regole, ed ancora regole.. Cìè una responsabilità delle classi dominanti che non può essere occultata dalla chiamata di correo di tutti gli abusivisti d'Italia. Voglio infine fare una breve considerazione sull'arresto con grande clamore mediatico dei quattro (o cinque) rumeni che sarebbero stati sorpresi con le mani nel sacco, all'interno di una abitazione, con la refurtiva in tasca. Sono stati prosciolti "perchè il fatto non esiste" dal Magistrato e soltanto ad uno di loro è stata comminata la pena di sei mesi per essere stato trovato in possesso di arnesi atti allo scasso ( apro parentesi e mi chiedo se anche io che ho diversi arnesi nel bagagliao dell'auto sono passib ile di simile condanna...). Mi domando perchè mai l'accertamento di innocenza del Magistrato non sia stato compiuto dai Carabinieri che hanno arrestato i cinque rumeni e come sia stato possibile passare dalla versione che vedeva persone che avevano violato un domicilio e avevano addosso le prove del loro delitto, alla conclusione della non esistenza del fatto. Non è la prima volta che circostanze simili si verificano. Forze dell'ordine che arrestano e magistrati che non sono in grado di condannare perchè convinti della lampante innocenza dei "rei". Tuttavia, è accaduto che nonostante innocenti certe persone sono state condannate a pene pesantissime come la ragazzina di Napoli accusata di voler rubare un bambino, assolta da questo reato e condannata a quasi quattro anni non si capisce bene per che cosa o come i rom di Catania che hanno dovuto scontare mesi di galera prima di essere rimessi in libertà. In sostanza, le accuse di Carabinieri e poliziotti anche se non sono fondate finiscono in qualche modo per provocare un danno giudiziario per le persone che hanno la disgrazia di incapparvi. Ma ripeto la domanda iniziale: perchè i Carabinieri non hanno accertato nel corso della loro indagine la verità prima di consegnare il rapporto di polizia alla Magistratura? Che cosa li ha convinti fino al giudizio del Magistrato della colpevolezza dei cinque arrestati? di Pietro Ancona
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