In mezzo al nulla, un bagliore quasi accecante. Una luce illumina il prato di Ciampino, ma non sono i fari dell´aeroporto dell´Urbe, bensì il televisore acceso nel campo dove vivono i trecento rom della zona di Ciampino.
Proprio lì ieri sera si sono dati appuntamento i Rom dei campi di Tor Vergata, Casilino '900 e dell´Arco di Travertino, un maxiraduno organizzato per seguire in diretta la finale del Grande fratello e tifare Ferdi, il rom montenegrino entrato in Italia da clandestino dieci anni fa e che, sfidando i pronostici e i pregiudizi, ha conquistato il pubblico italiano arrivando fino all´ultima puntata del reality di Canale 5.
«Uno di noi, tutti con lui» hanno scritto su un cartellone Tiziana, Natascha, Samela, Barbara e Samanta, le bambine del campo (tutte di età compresa tra i 3 e i 14 anni).
«Per questi ragazzi Ferdi è diventato un modello positivo - dice Graziano Halilovic (in foto), portavoce del “campo nomadi” - per la prima volta in televisione hanno sentito parlare di un rom senza vedere il suo volto associato ad episodi di cronaca nera. Al di là dell´opinione che si può avere sui reality-show - prosegue Graziano - la partecipazione di un rom ad una trasmissione televisiva è sentita dagli abitanti dei campi nomadi di Roma come un motivo di orgoglio e di integrazione». Motivo per cui a Ciampino ieri sera è stata organizzata la grande festa: tra le baracche e i camper parcheggiati nel piazzale, un gazebo con palloncini colorati e una tavola imbandita, piatti e bicchieri di carta.
Da un lato un grande girarrosto dove brucia un capretto e costolette d´agnello. Intorno, i bambini - grandi protagonisti della serata e appassionati alle sorti del loro beniamino - danzano mentre sullo schermo scorrono le immagini della popolare trasmissione televisiva.
«Ferdi è l´esempio di come un rom, se non viene emarginato, può farsi strada nella società italiana» dice Malena, del campo dell´Arco di Travertino, mentre applaude davanti al maxi schermo ogni volta che viene inquadrato Ferdi. Un tifo da stadio, un po´ come fosse una partita della Coppa del mondo.
Accompagnato dalla voce di una bambina di sei anni. Si chiama Natasha e dice: «È la televisione l´unico posto in cui non siamo trattati male».
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