venerdì 17 aprile 2009

Treviso, la mostra fotografica “Zingari d'Italia”

Oggi sarà inaugurata la mostra fotografica "Zingari d'Italia" che rimarrà aperta fino a sabato 23 maggio 2009, presso XYZ, spazio espositivo multidisciplinare per le arti applicate, in via Inferiore n. 31. La mostra è curata da Fabrizio Urettini e Matteo Segna in collaborazione con Mauro Raspanti. Le fotografie sono di: Giorgio De Acutis (Roma), Fabio Del Piano (Roma), Valter Molinaro (Milano), Marco Donatiello (Torino), Eugenio Viceconte (Roma) e la Scuola di Pace (Bologna).
"Zingari d'Italia" una mostra dedicata alla libera condivisione delle immagini fotografiche. Nel 2007, dopo l'omicidio di Giovanna Reggiani per mano di un abitante del campo nomadi di Tor di Quinto, si scatenata in Italia una massiccia campagna politica e mediatica contro la popolazione Rom e Sinta.
L'antico conflitto a bassa intensità contro le popolazioni sinte e rom, da sempre percepite come rappresentazione vivente del "corpo estraneo" -irriducibilmente asociale,"ostinatamente" diverso, insopportabilmente misero- esplode di colpo portando con sé un seguito di ordinanze di sgombero e interventi della pubblica autorità, accompagnati prima da un'attiva partecipazione dei mezzi di informazione con fotoreportages e articoli di sapore razzista-, poi da disgustosi atti di violenza della popolazione "civile" (incendi dei campi e aggressioni).
Durante questa campagna, ancora in corso, Giorgio_72, crea su Flickr un gruppo di condivisione fotografica chiamato "Zingari d'Italia".
Oggi, a due anni dalla sua nascita il pool del gruppo conta più di ottanta membri, fotografi professionisti, amatori e occasionali che regolarmente postano le loro immagini scattate nei “campi nomadi” e non solo.
Abbiamo deciso di metterle in mostra per riflettere su quanto il consumo di queste immagini, meno selezionate e meno funzionali alle esigenze di propaganda dell'editoria tradizionale, stiano cominciando a mutare radicalmente il nostro rapporto con la fotografia. "Zingari d'Italia" rappresenta un esempio di come la fotografia digitale e i suoi mezzi di diffusione virtualmente"illimitati e gratuiti" stiano mettendo non solo in crisi il reportage professionale, ma soprattutto stiano erodendo il nostro rapporto con l'immagine ottica.
Le immagini di "Zingari d'Italia", esposte assieme a una collezione di copertine illustrate sui settimanali italiani dal primo novecento al tardo dopoguerra, sembrano liberarci almeno un po' da quell'iconografia fantasiosa dello "Zingaro" romantico-nomade-criminale-asociale-subumano.
Per informazioni: telefono 0422 1780383, e-mail info@c151.com

2 commenti:

Hidden Side ha detto...

Grazie per questo annuncio.

Credo molto nello spirito di cooperazione tra le persone.

Spirito di cooperazione che porta a risultati inaspettati.

Come nel caso del gruppo spontaneo di quasi novanta fotografi su flickr che hanno creato un gruppo ed un pool fotografico per le foto che avevano come tema il mondo rom e sinto.

Persone che in molti casi non erano "veri fotografi", vedi me, ma che hanno sentito il bisogno di entrare in contatto con quello che il luogo comune, i media, la politica ha sempre descritto come una diversità ostile.

Il gesto del fotografare, se è un gesto umano e guidato dal cuore, è un gesto di "comunione empatica" tra fotografo e soggetto.

Girando sul web ed osservando le foto, in particolare quelle sugli "zingari", si capisce molto dell'atteggiamento mentale di chi fotografa.

Fateci caso, in un giornale o in un sito leghista e/o fascista, troverete sempre "foto rubate", fatte da lontano e magari con un teleobiettivo, lo "zingaro" ripreso è sempre una "non persona", una figura spersonalizzata, disprezzata, ridotta a bersaglio di odio.
Perfino gli oggetti sono ripresi con evidente disprezzo.

Invece, quando prendi la macchina fotografica con l'idea di entrare in contatto con chi vuoi fotografare, ti si apre un mondo di umanità e di scambio.
Un rapporto da cui esci arricchito umanamente.
Puoi anche arrivare al soggetto con un gravame di pregiudizio, anche di ostilità, ma se onestamente ti metti nella condizione di rappresentare la persona ... non c'è niente da fare ... la comune umanità viene fuori, entri in un rapporto di scambio, di empatia.

Vi regalo qui le oltre 700 foto del gruppo "Zingari d'italia" perdete un po' di tempo a guardarle.
Alcune sono di fotografi eccellenti, altre di dilettanti, alcune sono tecnicamente perfette, altre molto approssimative, ma tutte, dico tutte, esprimono una profonda umanità.
Tutte raccontano un popolo, una cultura, delle persone, ricche di umanità e calore, di tristezza e di gioia (prevale l'allegria).

Io credo nell'uomo.
Dietro queste foto c'è il motivo per cui cerco da poco più di un anno di impegnarmi per persone che prima conoscevo solo tramite il pregiudizio.

u velto ha detto...

ciao Hidden Side, a noi il vostro progetto è molto piaciuto. bisogna uscire dagli stereotipi anche in fotografia.
da alcuni anni promuoviamo anche noi un progetto fotografico. lasciamo una macchina digitale a famiglie sinte e rom e chiediamo a loro di fotografarsi. Ma non solo, perchè chiediamo anche di fotografare l'alterità, ovvero i non sinti e rom.
Da questo progetto ne è uscita una prima mostra fotografica con gli scatti fatti dai bambini e dagli adolescenti sinti e rom.