martedì 16 giugno 2009

Brescia, ancora oscuro il futuro del Punto d'Incontro

Dopo sei mesi i Lavoratori del Punto Incontro di via Saffi cercano ancora una volta di sensibilizzare la cittadinanza bresciana sulla possibile chiusura del servizio e sulle incertezze dei lavoratori dell’ufficio.
"La loro mobilitazione, alla fine del 2008, a seguito delle dichiarazioni uscite sui giornali locali del sindaco e dell'assessore Maione, che indicavano la volontà di disgregare l’ufficio", si legge in una nota diffusa dalla rappresentanza sindacale (Rsu) del comune di Brescia, "ha prodotto la continuità dei servizi per altri sei mesi, cioè fino al 26/06/2009 con un’assegnazione del servizio ad una cooperativa sociale. Quindi la manovra di esternalizzazione del servizio è già stata fatta, con l’assunzione a tempo determinato dei lavoratori (10) da parte della stessa cooperativa. Il contratto di questi lavoratori termina il 26/06/2009".
"Oggi, a differenza della vertenza precedente, il comune non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa", dicono i sindacati. "Contravvenendo all’impegno preso in precedenza ed alle recenti richieste sindacali, l’amministrazione non ha comunicato ai lavoratori, né alle organizzazioni sindacali, le decisioni prese nell’ambito del piano di zona riguardo il futuro del servizio. In mancanza di comunicazioni ufficiali i lavoratori, e le loro rappresentanze, sono preoccupati che si stia predisponendo la chiusura o un drastico ridimensionamento del servizio stesso, mettendo in discussione anche la continuità lavorativa di professionisti, che collaborano con il comune di Brescia ininterrottamente per un periodo che va dai cinque ai 14 anni".

"Riteniamo gravissimo", sottolineano i rappresentanti dei lavoratori, "che a meno di un mese dalla scadenza, l’amministrazione comunale non prenda in considerazione il dramma delle famiglie dei lavoratori, che operano in questo servizio, non ritenendo opportuno neppure informarle direttamente. In questo periodo di crisi del mondo del lavoro sarebbe quanto meno responsabile comunicare per tempo ad un lavoratore dell’eventualità di un suo possibile licenziamento. Per tutte queste ragioni noi ribadiamo che il comune debba affrontare in prima persona la realtà della presenza straniera in città mantenendo e potenziando i servizi fino ad ora offerti".
I lavoratori chiedono "che si dia una risposta alla richiesta di un incontro urgente per conoscere le decisioni prese riguardo al Punto Incontro; che tutti i servizi offerti dal Punto Incontro alla cittadinanza straniera e italiana rimangano in Via Saffi 40-44; che tutti i lavoratori del Punto Incontro, già fortemente indeboliti dall’esternalizzazione, non ricevano al 26/06/2009 anche la sorpresa del licenziamento; di mantenere l’unità e centralità del servizio affinché le peculiarità linguistiche e professionali, che garantiscono l’efficienza del servizio, non vadano disperse; di dare continuità a tutti i progetti e servizi attualmente in corso, potenziando quelli rivolti alle persone più vulnerabili come i richiedenti asilo, le vittime della tratta e i minori stranieri non accompagnati".
- La storia del Punto d'Incontro. Nel comunicato della Rsu viene anche fatta la storia del Punto d'Incontro. "Il servizio è stato istituito nel 1989 con la denominazione di "Ufficio Stranieri" e in quasi vent’anni di vita ha ampliato le proprie attività e competenze a fronte di un costante aumento della popolazione immigrata residente in città.
Al servizio fanno riferimento: 1) sportello d’informazione e orientamento front-office e consulenza linguistica; 2) pratiche di rinnovo e aggiornamento dei permessi di soggiorno e di rilascio e aggiornamento delle carte di soggiorno; 3) rilascio del certificato d’idoneità alloggiativa; 4) ricerca del lavoro; 5) sportello Impresa; 6) sportello Cittadinanza e titoli di studio; 7) consulenza legale; 8) sportello richiedenti asilo e rifugiati; 9) centri di accoglienza del comune; 10) strutture comunali per Rom e Sinti; 11) servizio sociale per non residenti; 12) sportello carcere.
Attualmente, nel servizio, sono impiegati sei lavoratori dipendenti del comune di Brescia, con contratto a tempo indeterminato, e dieci lavoratori con contratto a termine assunti da una cooperativa sociale bresciana. Questi ultimi, in particolare, temono fortemente per il proprio posto di lavoro.
Le prestazioni erogate, gratuitamente, dagli uffici comunali sono richieste non solo da cittadini stranieri, ma anche da numerosi cittadini italiani così come da istituzioni, enti pubblici e privati.
La pluriennale esperienza in materia d’immigrazione e la presenza di personale madrelingua con competenze antropologico-culturali e tecniche difficilmente sostituibili dal personale comunale esistente, rendono del tutto peculiare e indispensabile il servizio offerto.
Il venir meno di questi professionisti potrebbe compromettere il complesso processo di integrazione e cittadinanza in atto nella città di Brescia, ormai diventata la prima città italiana per densità abitativa di migranti e la terza città europea (Eurostat - ottobre 2008)". da quiBrescia.it

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