lunedì 29 giugno 2009

Milano, boom di minorenni italiani dietro le sbarre del carcere Beccaria

Cresce il numero degli italiani reclusi all'Istituto penale per minorenni Beccaria di Milano: nei primi cinque mesi del 2009 sono stati il 32,4%, nel 2008 erano il 27,2%, nel 2007 il 16,8%. "Si tratta di ragazzi che hanno commesso più di un reato - spiega Sandro Marilotti, direttore da due anni del Beccaria -. Negli istituti ci finiscono solo quelli che hanno commesso i delitti più gravi, per gli altri di solito esistono misure alternative per scontare la pena".
Dopo gli italiani, sono i romeni e i bulgari quelli più numerosi (22,8% nel 2009), seguiti da rom e sinti (19,8%), magrebini (11,8%), sudamericani (4,4%) e albanesi (2,9%). I dati sono stati presentati oggi durante la festa del Corpo di Polizia penitenziaria che si è svolta al Beccaria. Nei primi sei mesi del 2009 sono passati per i cancelli dell'istituto milanese 136 adolescenti. Nel 2008 sono stati 342 e nel 2007 280.
Molti di più quelli che invece passano ogni anno per il Centro di prima accoglienza, struttura nella quale vengono portati i minorenni appena vengono arrestati e vi rimangono per un massimo di 96 ore in attesa che il giudici decida se rinchiuderli nell'istituto penano o rimandarli a casa in attesa del processo: nel 2008 sono stati 428, il 30% di loro è stato poi trasferito al Beccaria.
I ragazzi, oltre il 60% ha 16-17 anni, restano poco tempo in carcere: in media 71 giorni e la stragrande maggioranza (83,1%) in attesa del processo. Nel 2008 il 33,6% è finito al Beccaria per furto, il 30,7% per rapina, il 24,9% per violazione della legge sugli stupefacenti, il 3,2% per tentato omicidio o omicidio, il 2,9% per estorsione e il 2,1% per violenza sessuale. "Tornano a commettere reati circa il 20%", conclude il direttore del Beccaria.

"La situazione nelle carceri per minori è destinata a peggiorare": parola di don Gino Rigoldi (in foto), cappellano del Beccaria da 37 anni. Ha visto passare per i cancelli dell'istituto milanese più generazioni di ragazzi sbandati. "Oggi non solo stanno aumentando gli italiani -racconta il sacerdote-, ma sono quelli che commettono i reati più gravi. Vedrete che il numero degli adolescenti, non solo italiani, che avranno problemi con la giustizia continuerà a salire". Qual è il male che tormenta questi adolescenti? "Le cause dobbiamo cercarle nella società e nella famiglia".
Al primo posto fra i responsabili della devianza giovanile don Gino mette la classe politica: "Continuano a urlare e promettere sicurezza, ma non si rendono conto che stanno creando una società basata sulla diffidenza e la paura. Non si parla più di socialità, di responsabilità verso gli altri e verso i più deboli. Non si parla più di sacrificio. Tutto e subito e diffidando degli altri è il messaggio che arriva ai nostri ragazzi". E poi le famiglie. "Incontro i genitori dei ragazzi che finiscono al Beccaria e capisco perché i loro figli hanno commesso reati -aggiunge il sacerdote-. Sono spesso genitori cinici, poveri di umanità e incapaci per questo di dire qualcosa di significativo ai loro figli. Al massimo insegnano loro a essere più furbi e scaltri, ma è una strada che non porta lontano". da Affari Italiani

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