Continuano gli sgomberi indiscriminati delle famiglie Rom rumene. Ieri mattina sono state sgomberate una cinquantina di persone che vivevano in tende e baracche nel Parco delle Memorie Industriali, un’area verde di proprietà del Comune in zona Ticinese.
Le persone si sono allontante spontaneamente all’arrivo di una trentina di agenti di Polizia Municipale e delle ruspe dell’Amsa (l’azienda servizi ambientali del Comune). Come è prassi è stato “offerto” alle famiglie di dividersi: donne e bambini in comunità, mentre gli uomini e i minori già grandi in strada. Naturalmente le famiglie si sono rifiutate a questa pratica infame che vuole dividere le famiglie.
Per il sindaco Letizia Moratti «la collaborazione tra Comune e Prefettura continua a produrre effetti positivi. Da inizio anno gli sgomberi sono già 21». Il vicesindaco Riccardo De Corato, invece, lancia un messaggio a quei Rom che nonostante gli sgomberi continuano ad occupare abusivamente le aree di Milano: «Anche se si mostrano recidivi, continueremo con la “moral suasion”. Non gli daremo tregua».
Noi di U Velto evidenziamo che a Milano le politiche per la famiglia sono una farsa e/o succubi del razzismo istituzionale. Perché la pratica della divisione delle famiglie, oltreché infame, è il segno di quanto una cultura solidale è oramai seppellita nel lontano passato di Milano. E’ anche da sottolineare che ai Rom rumeni viene “offerta” una “soluzione” non nuova. Infatti per circa quattrocento anni le famiglie Rom rumene erano spesso divise, "grazie" alla legislazione schiavista imposta dalla nobiltà e dal clero per più di quattrocento anni.
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