giovedì 11 giugno 2009

Milano, la legge fascista del 1931 nega il lavoro ad un Cittadino immigrato

La norma che prevede la cittadinanza italiana o europea per lavorare nei servizi di trasporto pubblico ''non appare di certo priva di logica, o irrazionale, o arbitraria'', anche alla luce dei ''rischi di attentati''.
E' quanto scrivono i legali dell'Atm (l'azienda dei trasporti milanesi) nella memoria presentata al giudice del lavoro di Milano a cui si è rivolto, con un ricorso, un marocchino di 18 anni lamentando di non poter essere assunto dall'azienda in base a un decreto regio del 1931.
I legali dell'Atm, gli avvocati Alberto Rho e Claudia Muro, spiegano infatti che ''il servizio di pubblico trasporto'' presenta ''delicati aspetti di sicurezza pubblica, ed è particolarmente esposto, ad esempio, a rischi di attentati''. Per questo, proseguono gli avvocati nella memoria, ''si può comprendere, dunque, se il legislatore italiano ha ritenuto di limitare l'accesso all'impiego nel settore dettando determinati requisiti, tra i quali quello della cittadinanza, ritenendo, forse, che il legame personale del cittadino allo Stato dia maggiori garanzie in relazione alla sicurezza e incolumità pubblica''. Gli avvocati richiamano, a questo proposito, nella memoria anche la notizia del 5 giugno scorso di 5 terroristi maghrebini arrestati perchè stavano progettando, tra l'altro, un attentato nella metropolitana milanese, che avrebbe dovuto compiersi prima delle elezioni del 2006. Il marocchino, M.H., regolare in Italia e diplomato in una scuola professionale italiana per elettricisti, ha fatto ricorso il 12 maggio scorso, assistito dagli avvocati Alberto Guariso e Lidio Neri, al Tribunale del Lavoro contro Atm ''per l' impossibilità di presentare un curriculum all'azienda, perchè sul sito della società si fa riferimento al regio decreto e si parla di assunzione soltanto di cittadini italiani o europei''. I legali del giovane hanno chiesto in particolare di far rimuovere il requisito di cittadinanza, definendo nel loro ricorso il regio decreto del 1931 un ''residuato bellico'' che ''equipara i lavoratori del settore autoferrotranviario ai dipendenti pubblici''. da Stranieri in Italia, continua a leggere...

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