10 principi comuni per l’integrazione delle popolazioni rom: è quanto propone il Consiglio dell’Unione europea, nella sua formazione Affari sociali e occupazione, che si è riunito lunedì a Lussemburgo.
Nei principi, frutto del lavoro della “piattaforma europea integrata sull’inclusione dei rom”, si sottolinea la necessità di un intervento orchestrato e mirato da parte delle autorità pubbliche a ogni livello, dal locale al comunitario, accompagnata dalla necessità imprescindibile di includere i rom in tutti i processi decisionali che li riguardano.
La situazione dei Rom viene letta nelle conclusioni del Consiglio come “una tragedia umana e potenziale focolaio di tensioni sociali”. Per affrontare la questione in modo efficace, i vertici dell’Ue ritengono che sia necessario un approccio esplicito ma non esclusivo, nel senso che le politiche a favore dei rom non devono escludere interventi a favore di persone nelle stesse condizioni di povertà ed esclusione. L’obiettivo è inserire i rom nella società maggioritaria (‘mainstreaming’) per combattere l’esclusione, nel rispetto della diversità culturale e tenendo conto delle questioni di genere. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale, in base ai principi comuni, che vi sia un flusso continuo di scambio di buone prassi tra i vari attori europei e un uso completo e consapevole degli strumenti finanziari (Fondo sociale europeo e altri fondi strutturali) e legali (direttive antidiscriminazione, ecc.) propri dell’Unione europea. Fondamentale anche l’apporto della società civile e in particolare delle organizzazioni rom, al fine di incrementare pratiche di cittadinanza attiva da parte di questa minoranza.
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