Dare una multa alla bandiera della pace. E non notificarla immediatamente per non creare “pericolo e disordine per la sicurezza pubblica”. Sembra una contraddizione in termini, ma è quanto accaduto a Chiari alcuni mesi fa quando l’associazione “Tavolo della pace Franciacorta – Monte Orfano” si è beccata una multa perché con una grande bandiera della pace ha occupato il suolo pubblico.
I fatti risalgono al 22 marzo scorso durante la marcia della pace che ormai ogni anno l’associazione organizza in terra franciacortina. Ad accompagnare il corteo di un centinaio di manifestanti, per lo più famiglie con bambini al seguito, il grande bandierone colorato di diversi metri quadrati che caratterizza l’organizzazione. Il corteo ha attraversato Rovato e poi Chiari dove, su concessione della Questura di Brescia, avrebbe avuto il diritto di passare e di sostare in piazza Martiri della Libertà per due ore come previsto dal programma.
Uno zelante vigile urbano, però, non l’ha pensata così e ha comminato all’associazione una multa di 155 euro, più 5,60 euro per le spese di notifica dato che, per motivi di ordine pubblico, non se l’è sentita di consegnare la multa ai diretti interessati, La spiegazione era scritta nero su bianco: "occupazione di suolo pubblico con un veicolo, allestito con casse, bandiere e cartelloni, e una bandiera di notevoli dimensioni". L’associazione nelle settimane scorse ha fatto ricorso alla Prefettura di Brescia e al momento non ha ancora pagato la multa.
“La marcia della pace", ha spiegato l’associazione in un comunicato, "ha ottenuto tutti i necessari permessi dalla Questura di Brescia. La stessa ha dovuto intervenire nei confronti dell'amministrazione clarense, che negava la manifestazione senza dare alcuna motivazione, per garantire lo svolgimento della marcia". Insomma una bagarre fra associazione e comune di Chiari che è partita prima della marcia e non ha ancora visto la fine.
"Non è tanto questione di non pagare la multa", ha raccontato il segretario dell’associazione Francesco Foletti, "ma il nostro ricorso vuole essere un segno. Abbiamo preferito tacere fino a che c’erano le elezioni per non rischiare di essere strumentalizzati, ora andremo fino in fondo”. La volontà è quella di far arrivare al presidente della Repubblica una lettera che testimoni quanto successo, dato che il sindaco di Chiari, Sandro Mazzatorta, è senatore del nostro paese nelle file del Carroccio. "E' chiaro", ha chiosato l'associazione pacifista, "che realizzare una marcia che richiama a rispettare i diritti umani in un territorio dove i diritti vengono simultaneamente negati ha prodotto l'inevitabile rottura. Ricordiamo la distruzione della microarea che da anni era abitato dalla piccola comunità sinta con residenza a Chiari, una comunità integrata che non recava disturbo a nessuno".
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