
A mio parere e a parere di molti altri studiosi, sono norme che negano il riconoscimento della dignità di esseri umani a un'intera categoria di persone, criminalizzate non per singole condotte individuali delittuose, ma per ciò che essi sono, in ragione cioè di una condizione giuridica e sociale che essi non hanno scelto. Questi ed altri dispositivi, come l'introduzione del reato d'ingresso e soggiorno illegale, la dilatazione abnorme della detenzione amministrativa, la schedatura dei senza fissa dimora, si configurano come persecutorie nei confronti dei migranti, delle minoranze rom e sinte, perfino dei rifugiati.
La nuova normativa non servirà, certo, a risolvere e razionalizzare la situazione irregolare dei tanti lavoratori e lavoratrici che, privi di un titolo di soggiorno, nondimeno contribuiscono all'economia del Paese e al benessere delle famiglie italiane. La lettera e lo spirito che la contraddistinguono, infatti, sono volti piuttosto ad additare alla popolazione italiana un nemico al quale attribuire la responsabilità della loro insicurezza. Norme gravissime in sé, a illuminarle di luce ancor più sinistra vi sono l'incoraggiamento alla delazione di massa, la legalizzazione di milizie private, l'incitamento alla caccia allo straniero e all'estraneo, che rendono più evidente la continuità con le fasi più oscure della storia europea.
Egregio signor Presidente, vorrei continuare a considerarmi e ad agire da cittadina di un Paese democratico, nato dalla lotta contro il nazifascismo e il razzismo che gli fu intrinseco; vorrei poter ancora esercitare il mio diritto di aiutare ed essere solidale nei confronti dei miei concittadini stranieri, rom e sinti.
Se la nuova normativa fosse promulgata, temo che l'Italia non sarebbe più il mio Paese.
Rispettosi saluti, prof. Annamaria Rivera (Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali, Università degli Studi di Bari), foto di Hidden Side
Nessun commento:
Posta un commento