Non aver paura, non aver paura… questo mi viene in mente, quando penso al Meeting di Cecina. Non è solo il titolo del meeting, ma è anche il concetto che l’Arci dovrebbe avere in testa quando si confronta con i leader sinti.
Non aver paura Ermanni, a spiegare pubblicamente le vere motivazione dell’esclusioni delle federazione Rom e Sinti Insieme dal meeting. Non aver paura presidente Beni, a spiegarci perché i Sinti sono stati esclusi dal Meeting. Non aver paura Striano a dire i perché i Sinti a Cecina non li vuoi.
L’Arci oltre a non aver paura deve anche informarsi meglio sui Rom e sui Sinti in Italia, perchè certe dichiarazioni fatte da Ermanni alla stampa alimentano ancor di più la disinformazione e conseguentemente i pregiudizi e l’odio nei nostri confronti. Ermanni ha dichiarato: “In Italia i rom e sinti sono 180 mila e l'80% di loro è di nazionalità italiana. Almeno il 30% possiede un lavoro.”
Vorrei chiedere ad Ermanni: dove sono state prese queste statistiche? Chi ha effettuato queste indagini? Inoltre vorrei chiedere ad Ermanni: se il solo 30% di noi sinti e rom lavora, l’altro 70% cosa fa? Va a rubare? Non è certo un bel inizio per un Meeting Antirazzista
Leggo sul sito di Arci toscana che il programma è ancora provvisorio (strano davvero…), forse stanno pensando di togliere anche i nomi degli ultimi Sinti? Vedo che il mio nome compare ancora, bisognerebbe partire da lì. Chiedo all’amico Ermanni di toglierlo visto che sono stato inserito solo perché si sono resi conto che stavano discriminando i Sinti italiani.
Io non ci sarò, ma chiedo all’Arci di fare luce su quanto è successo e di nominare un nuovo responsabile nazionale per i Rom e Sinti, visto che Ermanni ha già fatto la sua scelta, schierandosi solo con una parte di questi. E, per favore, che sia o Sinto o Rom. di Yuri Del Bar (foto, particolare da Hidden Side)
7 commenti:
Condivido in pieno la decisione di Yuri Del Bar di non prendere parte al meeting antirazzista di Cecina.
Per ragioni di studio negli ultimi anni ho iniziato a prendere parte a convegni sul popolo Rom. Stranamente a parlare sono spesso sedicenti e giovani studiosi, storici, forse più alla ricerca di notorietà, che interessati a illustrare le reali condizioni di Rom e Sinti in Italia. Pochissime volte ho visto prendere la parola a membri di questo gruppo etnico.
Le belle e ridondanti parole proferite durante questi incontri cozzano con la realtà vissuta in Italia da rom e sinti. Invece di parlare del porrajmos, che fa parte del passao, spostiamo lo sguardo al presente.
Anchio sono con yuri
Avrei anche io una domanda da fare. Tra le tante cose strane della passata estate mi è capitato di visitare il campo di Tor di Quinto a Roma. Io accompagnavo la piccola Rebecca con la mamma, e così ho avuto modo di passare l'intera giornata con quasi tutti gli "abitanti" del campo e di parlare con loro. Ricordo le lacrime di Piero Terracina, sopravvisuto ad Auschwitz (matricola A5506),nel vedere quelle povere "baracche" con i tetti di lamiera ed ognuna contrassegnata da un grosso numero disegnato sulla porta d'ingresso. Ricordo le stradine sterrate, le decine di bagni chimici che quasi delimitavano il confine del campo,il caldo bestiale, la luce elettrica che mancava e l'acqua calda "rubata" da un improvvisato allaccio. Ricordo che parlando con le persone e facendo i conti della lavandaia quella situazione, frutto di promesse mai mantenute, costava al Comune di Roma parecchie migliaia di euro all'anno. Fra le tante spese, anche un progetto per l'integrazione scolastica gestito dall'ARCI che consisteva in un "pulmino" che la mattina andava a prendere i ragazzi (quelli che c'erano) e dopo li riaccompagnava. Nulla più. La domanda è semplice, semplice... ma non è per caso che dietro tante tristi storie c'è, come dire, un certo "interesse economico"?
Per Giancarlo QUI forse trovi qualche risposta e molte altre domande.
Non avevo letto e pensare che Hidden è fra i miei amici sul Feisbuk. Che dire, due interventi in particolare sono illuminanti e tolgono ogni residuo dubbio.
Semplicemente disarmante quello proposto da Sergio Giovagnoli dell’ARCI, che forse farebbe bene a rileggersi la Carta statutaria. Scoprirebbe che l’ARCI è una associazione di “promozione sociale” che, tra l’altro, dovrebbe favorire “la progettazione di percorsi individuali di crescita nel pieno rispetto del diritto di ogni singolo individuo alla propria autodeterminazione”. La “solidarietà sociale” non è un “mestiere”, come lui stesso afferma, ma dovrebbe limitarsi a mediare e produrre concrete opportunità fornendo “adeguati spazi di partecipazione”, lasciando ai diretti interessati la gestione di ogni condivisa singola iniziativa.
Semplicemente patetico e spudorato l’intervento di Nazzareno Guarnieri, che nella vita sembra essersi cucito addosso l’etichetta del Presidente, non importa di chi o di che cosa. Ma proprio per questo, avendo da sempre ricoperto cariche elettive prima con l’Opera Nomadi, poi con la Federazione Rom e Sinti Insieme , per arrivare ad oggi dopo che, dalla sera alla mattina, si è letteralmente “inventato” la Federazione Romanì, a me viene il serio dubbio che forse è la persona meno indicata a promuovere critiche. Sottoscrivo, invece, quanto da lui affermato: “Come sono abituato a dire manca una partecipazione "Come un fine" di Rom e Sinti, i quali sono sempre utilizzati " come un mezzo".
A cominciare da lui…
Condivido in pieno le opinioni di Giancarlo e sono lieta che qualcuno la pensi come me. Quando mi capita di prendere parte a giornate di studio sul popolo Rom talvolta provo rabbia e sconcerto.
Alcuni relatori si dilungano su resoconti storici, menzionando documenti di archivio, che ricordano le scuole per rieducare i bambini rom, sorte nei campi di concentramento italiani di Agnone e Boiano. Poco dopo partono scrosci di applausi a scena aperta. Così mi chiedo: ma queste persone così acculturate e saccenti, hanno mai visitato i campi nomadi? Che ne sanno delle condizioni in cui riversano tante famiglie nomadi?
I Rom diventano così un argomento di discussione, un "mezzo" per propangandare saggi, libri e recensioni. Non credete che dietro tanto accoramento ci siano un velato buonismo e interessi economici e personali?
Vi ricordo che la discussione su No(b)logo è aperta.
Sono addolorato di queste fratture.
Credo che:
- la rappresentanza deve essere dei rom; l'associazionismo, tutto, non solo l'ARCI, deve fare non uno ... ma parecchi ... passi indietro
- le divisioni interne tra le associazioni rom e sinte allontanano all'infinito la possibilità di creare questa rappresentanza
- il tema della rappresentanza deve partire dal basso, dai gruppi e dalle comunità più sotto pressione e più disagiate; il lavoro delle federazioni dovrebbe puntare a dar voce ed ad organizzare chi è costretto nei campi
- i piani politico e culturale possano anche essere sviluppati in maniera disgiunta;
-- sul piano culturale si deve trovare a tutti i costi un'unitarietà di intenti;
-- sul piano politico è bene che si cerchi rappresentanza anche in partiti, ed al limite schieramenti, diversi; le diverse federazioni ed associazioni si possano caratterizzare con profili politici differenti;
- la rappresentanza politica, a mio avviso, deve anche superare il tema etnico ... ad esempio avrei votato per Dijana perché comunista ed impegnata contro il razzismo e la discriminazione, l'appartenenza etnica rafforza la posizione politica ma non deve determinare il consenso ... non avrei votato un rom nell'UDC o nel PdL o nella lega
Aspetto gli amici di U Velto e sucardeom a dire la loro da me sul tema Roma ...
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