
In primo luogo l'intervento sarà sviluppato nei "campi nomadi" della Capitale, poi sarà esteso anche ad altri gruppi di migranti. "Inizialmente - spiega Belviso (in foto)- dovremo sensibilizzare le popolazioni nomadi sull'importanza di quest'iniziativa. A settembre partiremo con la formazione di alcuni operatori che saranno presenti all'interno dei campi". Obiettivo del programma è fare una diagnosi precoce della malattia. "Le persone con Tbc sospetta - prosegue Belviso - verranno mandate allo Spallanzani per l'approfondimenti diagnostico e l'eventuale presa in carico per il trattamento".
I pazienti, dopo aver lasciato l'ospedale, saranno seguiti con una supervisione 'ad hoc'. Mentre per ogni caso accertato, sarà avviata un'indagine epidemiologica con lo screening e l'eventuale trattamento preventivo delle persone venute a contatto con il malato. Montino invita a non abbassare la guardia su questa patologia. "Molti credono che la Tbc sia una malattia del passato - dice - ma non è così. Le Asl fanno già tanto per prevenire la tubercolosi, ma integrare le diverse forze in campo - conclude - ci aiuterà certamente".
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