Il Parlamento turco ha compiuto molti passi avanti verso il pieno riconoscimento dei diritti civili e umani sollecitato dalle autorità europee e condizione sine qua non per la partecipazione a pieno titolo della Turchia alla Unione Europea. Mentre il Parlamento turco marcia verso i diritti, il Parlamento italiano marcia verso la loro soppressione spesso con la collaborazione della cosidetta "opposizione".
I percorsi dei due Parlamenti si sono oramai incrociati e possiamo constatare, dopo l'approvazione della legge sulla sicurezza promulgata con una lacrimuccia di rammarico dal Presidente della Repubblica come l'Italia non abbia più alcun differenziale democratico verso la Turchia. Più o meno sono allo stesso livello.
Da quasi dieci anni la Turchia ha abolito la pena di morte. Da noi esistono tentazioni forti per introdurla nel nostro ordinamento. Inoltre la Turchia, sempre da tanti anni, riconosce la tortura come reato "individuale" punibile con maggiore severità se praticato dalle forze dell'ordine. Nel nostro ordinamento il reato di tortura non è stato ancora introdotto nonostante una lunga via crucis in Parlamento di ddl. Le punizioni per torture accertate al di là di ogni ragionevole dubbio sono sempre state assai blande.
La morte del giovane Aldrovanti è stata punita con la ridicola pena di tre anni e sei mesi e non ha tenuto conto del fatto che a seviziare il giovane fossero in quattro. Anche le pene comminate per i gravissimi fatti di Genova sono state molto lievi, quasi irrilevanti. C'è una regola non scritta che vuole i Tribunali assai "comprensivi" con l'operato della polizia. La recente sentenza per l'omicidio Sandri che condanna l'agente per omicidio "colposo" e non volontario contro ogni evidenza è la prova di un orientamento di copertura giudiziaria verso la polizia che riduce la sostanza democratica del nostro ordinamento.
Le ultime misure della legge approvata il 2 luglio feriscono profondamente lo stato di diritto e diritti fondamentali della persona umana garantiti a livello internazionale, dalla Costituzione e da tanti leggi dello Stato che recepiscono normative universali. Se sommate a quelle precedentemente approvate ed in vigore dal 2008 definiscono un quadro assai allarmante e preoccupante.
L'istituzione delle (la loro divisa sarà gialla si è affrettato a comunicare Maroni dopo le "osservazioni" di Napolitano) aggrava la situazione di eccesso di forze dell'ordine rispetto la popolazione e crea una forza paramilitare e governativa per ora disarmata ma non dubito che presto spunteranno manganelli e poi armi da fuoco. Forse Mussolini non aveva una sua milizia?
Le ronde saranno preposte sopratutto al rispetto della normativa fascista e razziale che è stata creata. Leggi di dubbia costituzionalità anzi di nessuna costituzionalità che saranno vigilate da "ronde" di regime. La schedatura dei senza casa dalle questure è una forma di criminalizzazione della povertà estrema di chi non ha avuto garantito il diritto all'abitazione mentre la privazione della patria potestà a chi mendica assieme al figlio è misura di enorme gravità dal momento che le persone costrette ad elemosinare non hanno quasi mai a chi lasciare il bambino e spesso non hanno neppure casa.
Sono rimasto assai colpito ( non ci si abitua subito a tutto...) dalla indifferenza dei giornalisti per la vicenda della punizione del loro collega Balducci obbligato a lasciare l'incarico di vaticanista ricopèrto da due anni senza incidenti.. Colpisce il fatto che sia stato punito per una espressione non offensiva, non menzognera, ma semplicemente non laudativa e non servile. I suoi colleghi si sono ben guardati, al di là delle dichiarazioni di rito che non si negano a nessuno, di intervenire e di chiedere la reintegrazione. Non so se Balducci ricorrerà per la violenza subita. Con l'aria che tira in Italia ne dubito.... L'aggressione che ha subito è venuta da esponenti del PD che gareggiano con il PdL nell'opera di riduzione degli spazi di libertà e democrazia come si è visto dall'approvazione bipartisan di tanti articoli della legge razziale appena promulgata. di Pietro Ancona
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