giovedì 16 luglio 2009

Sicurezza, Fini: la lettera di Napolitano è politicamente incisiva

La lettera che il capo dello Stato ha inviato per manifestare i suoi dubbi sulla legge sulla sicurezza è "politicamente incisiva". Lo ha spiegato il presidente della Camera Gianfranco Fini (nella foto), nel corso della capigruppo di Montecitorio.
Nella riunione Pd, Udc e Italia dei Valori hanno chiesto al governo di riferire in aula sull'argomento. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha spiegato che il governo valuterà la richiesta, facendo però presente che la nota della presidenza del Consiglio di ieri esprimeva già in maniera chiara la posizione del governo.
E più tardi è lo stesso premier Silvio Berlusconi , in una conferenza stampa dalla caserma della Guardia di Finanza di Coppito, alle porte dell'Aquila, a ribadire: "Ho già fatto un comunicato su questo ieri, faremo una riflessione, terremo conto delle osservazioni del capo dello Stato, in un rapporto di estrema cordialità". Il presidente del Consiglio puntualizza che con il Quirinale c'è un rapporto franco: "diciamo tutto in maniera esplicita".
In casa dell'opposizione, è invece il responsabile economico del Pd e candidato alla segreteria, Pierluigi Bersani a sottolineare ''la forza e la correttezza dell'iniziativa del capo dello Stato che, in una forma attenta al ruolo di presidente, ci ammonisce a considerare gli effetti reali delle leggi". Secondo Bersani, inoltre, la critica mossa a Napolitano dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro "è in generale infondata ed oggi sbagliata".
Interviene nel dibattito anche il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, che nota: "Il presidente della Repubblica ha trovato una via inedita ma giusta. Nel ddl sulla sicurezza ci sono molte cose contraddittorie ma anche alcune positive, come quelle che riguardano il contrasto alla criminalità organizzata".
"Riguardo al reato di clandestinità - ha aggiunto Chiti - Napolitano ha giustamente messo in evidenza due contraddizioni importanti. Quella secondo cui l'immigrato non sarebbe più punibile se fa rientro in Italia pur dopo essere stato materialmente espulso, e quella riguardante i giudici di Pace, non in linea con la natura conciliativa di questi". da Adnkronos

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