giovedì 16 luglio 2009

Sicurezza, Marcello Pera: «Napolitano viola la Costituzione»

Le cinque pagine in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprime dubbi e preoccupazioni sulla legge sulla sicurezza, promulgata oggi dal Capo dello Stato, hanno provocato una forte reazione dell'ex presidente del Senato Marcello Pera. «Occorre essere consapevoli che, se anche la Costituzione è sospesa o come in questo caso chiaramente violata da chi deve garantirla - ha dichiarato Pera - l'Italia andrà incontro ad un declino grave e preoccupante».
«Le cinque pagine di "perplessità e preoccupazioni" espresse dal presidente della Repubblica sulla legge sulla sicurezza - ha affermato Pera, chiedendo ai presidenti delle Camere e agli ex presidenti della Repubblica di prendere posizione - sono palesemente fuori dai poteri che la Costituzione gli assegna. Il Presidente non può intervenire sul merito politico dei provvedimenti, per di più in modo selettivo come ha fatto in questa circostanza. Se egli ha dubbi o rilievi fondati di incostituzionalità e non intende promulgare una legge, può solo inviare un messaggio formale alla Camere». Il Presidente, ha aggiunto Pera, «non può neppure rivolgersi direttamente ai ministri, perché, sempre per Costituzione, egli non ha alcuna responsabilità politica né essi possono prevaricare la libera volontà del Parlamento».

E, secondo l'ex presidente del Senato, non sarebbe la prima volta che il capo dello Stato si comporta in questo modo: «già in passato - ha dichiarato Pera - egli ha introdotto surrettiziamente nella Costituzione istituti non previsti, ora con le lettere al Presidente del Consiglio, ora con moniti al governo, ora con la esternazione delle sue opinioni preventive o durante l'iter parlamentare».
Sono certo, ha concluso Pera, «che almeno i presidenti di Camera e Senato, i quali si sono visti recapitare una lettera "per opportuna conoscenza", in modo poco riguardoso della loro funzione, troveranno il modo di far sentire la propria voce a difesa del Parlamento e della nostra democrazia. Sono ugualmente certo che lo stesso faranno gli ex-Presidenti della Repubblica e tutti coloro che in questi tempi si sono innalzati a difendere la legalità costituzionale repubblicana». da Il Sole 24 Ore

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