lunedì 24 agosto 2009

Castel di Lama (AP), nessun perdono per chi ha ucciso mio fratello

La famiglia di Antonio Di Meo (in foto), di Castel di Lama presso Ascoli Piceno, non può umanamente concedere alcun tipo di perdono o comprensione per i giovani che hanno ucciso brutalmente il giovane studente-cameriere presso un chiosco per arrosticini a 300 metri dal lungomare di Villa Rosa di Martinsicuro. Lo ha dichiarato alla radio RAI oggi la sorella Maria, parlando a nome della famiglia.
E’ stata stroncata senza un motivo, senza una spiegazione, la vita di un giovane buono, laborioso, volenteroso, che viveva senza disturbare nessuno. “E’ difficile andare avanti - ha detto la giovane - e ci sentiamo soli, ma bisogna farlo. Perdono, no”.
Alcuni esponenti delle famiglie dei due ragazzi accusati di aver colpito a morte a pugni, per motivi insussistenti e futili, il Di Meo, avevano chiesto perdono per il gesto sconsiderato dei loro figli, che furono arrestati dai carabinieri poche ore dopo il drammatico episodio, avvenuto all’una del mattino presso delle giostre.
Nel frattempo a Martinsicuro Forza Nuova ha organizzato una manifestazione razzista in cui hanno criminalizzato tutti i Rom per il reato compiuto da tre individui. Durante la manifestazione è stato esposto uno striscione sul quale era scritto: 'Stato assente noi presenti'. Contestualmente hanno distribuito un volantino con due proposte. Al primo posto chiedono il censimento di tutti i Rom, minorenni compresi e poi il sequestro preventivo dei beni in applicazione del provvedimento antimafia Legge 125 del 24 luglio del 2008.

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