giovedì 10 settembre 2009

Cracovia, Sant'Egidio: urge un Registro europeo sugli episodi di razzismo, anche per l'Italia

Un registro europeo sugli episodi di razzismo: lo ha chiesto la Comunità di Sant’Egidio nel corso del Meeting internazionale interreligioso di Cracovia. La proposta è nata all’interno del workshop sul "Convivere in un mondo al plurale" dove sono emersi i dati sui 65.736 incidenti e delitti di matrice razzista nella sola Gran Bretagna nel 2007.
"È emerso che in alcuni paesi dell’Europa a 27 non viene tenuta nota degli episodi di razzismo, tra cui Italia, Malta, Grecia, Portogallo e Spagna" - ha spiegato il portavoce Mario Marazziti (in foto). "E’ la variante tribale europea" - ha denunciato Marazziti. "Mentre per fortuna esistono consolidati gli anticorpi culturali per riconoscere il rischio di antisemitismo rinascente, non esistono ancora gli anticorpi di fronte all’antigitanismo e al razzismo, mentre crescono le spinte contro l’immigrazione e il richiamo a purificazioni linguistiche e a omogeneità impossibili nella vita delle città europee".
La proposta è stata accolta "con grande interesse" dall'Unar, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. "Un fascicolo a livello europeo degli episodi di discriminazione, andrebbe ad implementare le attività antidiscriminazione già operative nel nostro Paese. Non posso che condividerne il progetto" - ha commentato Massimiliano Monnanni, direttore generale dell'Unar.
Nel suo intervento alla tavola rotonda Mario Marazziti ha sottolineato con preoccupazione che "per la prima volta al Parlamento europeo sono saliti oltre cento deputati che provengono da formazioni politiche che predicano la 'purezza' nazionale, e che raccolgono consensi quando utilizzano parole d’ordine che tendono a descrivere l’altro, per dialetto, lingua, origine, immigrato o nato accanto, come un potenziale nemico". Ma - ha proseguito il portavoce di Sant'Egidio - "la sicurezza si crea producendo contiguità, intreccio, amicizia, conoscenza. Non è raggiungibile con tutte le telecamere del mondo, se non c’è vita, comunicazione e la rappresentazione dell’altro è quella del nemico, se una società spaventata non investe in scuola e in educazione ma in carceri". Da ICN-News, continua a leggere…

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