lunedì 28 settembre 2009

Milano, "Carlo Cuomo, i Rom, i Sinti e le politiche possibili"

Siete tutti invitati a partecipare alla serata "Carlo Cuomo, i Rom, i Sinti e le politiche possibili" con la partecipazione di Tommaso Vitale, Ernesto Rossi e Augusto Luisi. L’incontro si terrà lunedì 28 settembre 2009 alle ore 21.00 al Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta, 14 a Milano. Organizza l'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro e l'Associazione Aven Amentza - Unione di Rom e Sinti di Milano. L’ingresso è gratuito con tessera Arci.
Durante la serata, Tommaso Vitale, Ernesto Rossi e Augusto Luisi, oltre a ricordare la figura e l'opera di Carlo Cuomo (in foto), nell'undicesimo anniversario della sua scomparsa, presenteranno il libro "Politiche Possibili - Abitare le città con i rom ed i sinti" curato da Tommaso Vitale, con scritti di diversi studiosi tra i quali Ernesto Rossi, Maurizio Pagani e tanti altri ancora.
Carlo Cuomo: "…..Nelle assemblee Carlo ci toglieva la pelle -- per i suoi gusti non eravamo mai abbastanza di sinistra, mai abbastanza spregiudicati, ma ci voleva bene. Faceva telefonate in punta dei piedi, per segnalare sulla pagina milanese le iniziative dell'Opera Nomadi o della Filef. Agli zingari e agli immigrati, alle minoranze che calamitano l'odio, l'esclusione, il razzismo, Cuomo aveva dedicato questi ultimi anni. Era invidiabile la sua capacità di tenere insieme le piccole azioni concrete e la voglia di pensare in grande, di mescolare la fontanella per un campo nomadi con la rilettura di Marx. Carlo era un meticcio per nascita, vita e cultura. Era nato 65 anni fa ad Atene da madre greca. A 17 anni è a Parigi, dove si laurea in storia alla Sorbona. A Milano arriva nel '55 un anno dopo entra nel Pci dove affascina tutti e tutte cantando Brassens - e lì resta fino all'uscita dal Pds degli ingraiani con cui dà vita alla Convenzione per l'alternativa. Consigliere comunale e più volte assessore negli anni '60 e '70, conosceva bene e da dentro Milano. L'ha vista cambiare, insieme alla politica, in modi che non gli piacevano: non ha reagito con la rassegnazione o con l'accidia; la politica per lui continuava ad essere indispensabile come l'aria. Era disposto a fare riunioni politiche anche la vigilia di Natale, si teneva libero solo quando arrivavano in anteprima a Milano i film da Venezia. Quest'anno non c'è riuscito, è morto con il desiderio dell'ultimo Kusturica. E di molte altre cose ancora” di Manuela Cartosio (da Il Manifesto, 10 ottobre 1998)

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