giovedì 8 ottobre 2009

Arte a Milano, "Siamo tutti Rom": quando i Diritti Umani fanno scandalo

Meno di un anno fa, il 18 novembre 2008, l'artista sociale Alfred Breitman e il Gruppo Watching The Sky realizzavano una performance antirazzista a Milano, mentre in diversi quartieri della città le autorità, in preda a una vera e propria furia xenofoba, attuavano sgomberi e azioni punitive contro inermi famiglie Rom.
Sfidando gli umori intolleranti della "città da bere", il gruppo creava con vernice spray un graffito nel bel mezzo di piazza Duomo, raffigurante una grande ruota rossa, simbolo del popolo Rom, per protestare contro la persecuzione dei "nomadi" in Italia. Di fronte all'intervento di vigili urbani e forze di polizia, Breitman completava la performance, come riferito da quotidiani e siti internet (si veda per esempio, U Velto).
Nei mesi successivi - nonostante l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la Commissione e il Consiglio d'Europa, le principali organizzazioni umanitarie stigmatizzassero a più riprese la brutalità e l'odio razziale alla base delle politiche attuate dalle Istituzioni italiane contro il popolo Rom - sgomberi, trattamenti inumani e degradanti, abusi polizieschi e giudiziari non si interrompevano, portando a conseguenze tragiche la condizione dei Rom nelle città italiane.
Il 3 ottobre 2009 il Gruppo Watching The Sky è tornato a manifestare contro l'indifferenza delle Istituzioni e dei cittadini milanesi di fronte alla persecuzione dei "nomadi", i lutti e i drammi umanitari causati dalle evacuazioni senza alternative di alloggio, l'iniquità delle schedature etniche con rilievo di impronte digitali agli adulti e ai minori autorizzate dal Consiglio di Stato, la propaganda mediatica di stampo ferocemente razzista e anche i rigurgiti di omofobia, sempre più frequenti nel capoluogo lombardo.

Occasione della nuova performance, il concorso "Next Generation - Premio Patrizia Bellentani" organizzato dalla Galleria San Lorenzo e riservato ad artisti under 30. Il concorso è incentrato sul tema della tolleranza: "1989-2009: a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, quanti muri restano ancora da abbattere?".
Il Gruppo Watching The Sky non ha davvero pregiudizi - "Galleria snob? Nessun problema: l'arte sociale è come la lingua che batte dove il dente duole" - e decide di partecipare al concorso con i suoi artisti più giovani, che ritengono di portare nella galleria della Milano-bene, in una via dove basta la parola "Rom" per sollevare espressioni di rifiuto e scandalo (l'elegante via Sirtori), i temi del razzismo che colpisce i Rom e dell'omofobia.
Dopo le iscrizioni di rito, tre giovani artisti WTS si presentavano - insieme a Roberto Malini, che si è proposto quale "osservatore" - davanti alla giuria, composta da un critico d'arte, un collezionista, un artista contemporaneo, un esperto di comunicazione e un socio della galleria.
Il primo artista presenta un dipinto dedicato alla memoria di Makwan, un giovane gay assassinato dal boia in Iran, all'inizio di dicembre 2007, perché "colpevole" di omosessualità. L'autore ha parlato senza remore di un tema attuale, ma la parola "omosessualità" sembrava imbarazzare i giurati. Il giovane ha percepito chiaramente il loro rifiuto verso un tema tanto scottante: "I giurati dovevano essere cinque, ma uno solo mi ascoltava. Gli altri si dedicavano ad accogliere altri artisti, i cui lavori erano, diciamo, 'politicamente corretti', con visi patinati dalle pelli 'abbronzate' o dagli occhi a mandorla a rappresentare le differenze razziali o soggetti privi di intenti di denuncia o protesta. Quando l'eco delle parole 'gay' e 'omosessualità' si sono affievolite, ecco altri giurati di fronte a me. Sorridevano in modo esagerato e parlavano della mia opera con lodi eccessive, forzate. Ho presentato loro un lavoro concettuale, il cui aspetto estetico è irrilevante rispetto al suo significato simbolico. Eppure ne tessevano le lodi come se avessero di fronte... la Gioconda. 'Sei un vero artista' mi ripetevano. Ma quello che intendevano dire era: non vogliamo sembrarti intolleranti, ma di certo il tuo Makwan non entrerà in questa galleria".
Ed eccoci alla performance del 3 ottobre, quando un duo di giovani artisti del gruppo Watching The Sky ha esposto "clandestinamente" la sua opera, un graffito (spray rosso su fotografia digitale), all'ingresso della Galleria, dove pittori in concorso, visitatori e passanti hanno potuto ammirarla. "Oddio!" esclamava una giovane donna dell'alta società, di quelle che scelgono gli "straccetti" da indossare per le uscite pomeridiane all'Atelier Sangalli, soffermandosi di fronte alla scritta "Siamo tutti Rom".
A un certo punto, un giovane, sbucato dall'interno della galleria, ha cercato di nascondere l'opera dietro alcuni ritratti, ma Watching The Sky l'ha nuovamente esposto alla vista di tutti. "Siamo tutti Rom" in via Sirtori, a casa Galimberti, il più elegante palazzo liberty di Milano! "Siete fantastici," ha detto a un certo punto un artista ai suoi giovani colleghi, stringendogli la mano. "E' l'opera che più di tutte rappresenta i muri da abbattere," gli ha fatto eco un altro concorrente.
L'esposizione-performance di Watching The Sky ha destato notevole interesse, anche se gli "habitué" della galleria guardavano increduli quella tecnica mista tanto lontana dalle Marilyn, dai cuoricini con petali di rosa, dai paesaggetti e dalle patinate vedute di New York appese alle pareti della galleria San Lorenzo. Ma giungeva il momento di scendere nella "tana del lupo", davanti alla giuria. Di fronte a cinque giurati e una videocamera, il giovane duo ha iniziato a spiegare il significato dell'opera, mentre Malini, fuori età per il concorso, assisteva alla seduta. "L'opera era ormai conosciuta da tutti," racconta il fondatore del gruppo, "perché i giurati erano già passati nell'ingresso più volte, durante la nostra attesa. Erano imbarazzatissimi, anche se si rendevano conto che il lavoro di Watching The Sky era in perfetta linea con il bando del concorso. Sapevano che i due ragazzi non erano solo artisti, ma anche attivisti e dunque la parola d'ordine era: attenzione, cerchiamo di apparire di vedute aperte e tolleranti. Hanno mantenuto un sorriso stampato sulla faccia per un'intera mezz'ora. Hanno chiesto agli artisti notizie sulla condizione dei Rom. 'E' un'opera stupenda,' continuavano a dire, 'complimenti. Noi selezioniamo trenta artisti per una mostra e poi, in base alla preferenza del pubblico, offriremo al vincitore due sale per una mostra personale. Non dovremmo dirvelo, ma... se doveste vincere, cosa esporrete qui alla San Lorenzo?' e così via. Mentre sorridevano e fissavano come ipnotizzati la scritta 'Siamo tutti Rom', due di loro erano rossi in volto come se dovessero scoppiare, tradendo una disposizione non esattamente favorevole al graffito che a parole esaltavano".
Naturalmente le opere di Watching The Sky non saranno presenti alla collettiva (dal 17 ottobre al 28 novembre, presso la Galleria San Lorenzo, via Sirtori 31, Milano), ma di certo il loro impatto in quel "tempio" dell'arte contemporanea difficilmente verrà dimenticato. di Alfred Breitman

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fin dalla nascita abito in quartieri dove la presenza degli zingari è stata sempre più numerosa, da sempre tutti i cittadini dei quartieri popolari hanno dovuto subire tante brutalità potrei scrivere per ore raccontando quello che ho visto durante i miei 55 anni.
Hanno fatto di tutto contro un popolo che li ha sopportati e li continua a sopportare.
Sicuramente non hanno mai avuto la capacità di capire quant sacrifici un padre di famiglia doveva affrontare per pagare le decine di cambiali per pagarsi una piccola auto che serviva per portarlo al lavoro e poter sopravvivere in un mondo ià molto ifficile per un povero operaio che tornando a csa dopo una giornata di lavoro si godeva un pò di tranquillità con la sua famiglia.
Ma oggi le cose si sono aggravate il furto delle auto si è rallentato perchè oggi c'è la droga il pizzo ecc., nei nostri quartieri dove quei ragazzi figli di operai che per vari motivi non studiano sarebbero diventati sicuramenti dei bravi idraulici, dei parrucchieri, dei muratori ecc. ebbene questo non accadrà perchè con l'integrazione degli zingari nella nostra società si stà diffondendo nei nostri ragazzi la cultura del guadagno facile perchè vedendo gli zingari che tutti i giorni vanno dal parrucchiere, che cambiano spesso macchinoni, moto di ogni genere e vestiti firmati hanno stretto amicizie con loro collaborando nello spaccio e in altro.
Altro problema consiste nell'inserimento dell ragazze zingare che essendo più in salute delle nostre ragazze sono all'occhio di qualche ragazzino figlio di povero operaio e quest'ultimo non avrà sicuramente un roseo futuro.
Spero che un domani ci sia una politica che porti in primo piano il rispetto della gente perbene e che faccia rispettare la povera gente e che faccia capire a questa gente che arriva da chissà quale mondo che per maniare bisogna lavorare, perchè nei carceri e nelle comunità questa gente non la si fà lavorare come i nostri muratori, i nostri contadini ecc. forse così capirebbero cosa vuol dire possedere una piccola auto o un paio di scarpe nuove.
Ma di tutto questo l'appello dovrebbe andare alle vecchie generazioni di zingari perchè molti anni fà non c'erano tutti queti problemi non si leggeva sui giornali tutti i giorni di rom che ammazzano ragazzi, che stuprano che posseggono armi da guerra che spacciano droga ecc. ecc.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, non abbiamo capito il tuo intervento. da una parte affermi di aver vissuto per 55 anni con Rom o Sinti e di averne viste di tutti i colori ma poi fai un appello alle "vecchie generazioni di zingari" perchè quello che leggi (e quindi non vedi) sui giornali ti fa paura ed è diverso da quello che era un tempo. perchè, sempre seguendo il tuo ragionamento, oggi i giovani Rom o Sinti non hanno più i valori di un tempo e rischiano di contaminare anche i ragazzi non rom o sinti.
ci sembra che ci sia una contraddizione in quello che dici. l'impressione è che tu viva in qualche Città del Sud Italia, dove sopratutto le famiglie Rom sono molto integrate e che inevitabilmente alcuni ragazzi giovani sono stati "contaminati" da una cultura mafiosa che certo non è stata portata in Italia dai Rom o dai Sinti. sbagliamo?