Il Viminale usa giustamente la mano dura contro la pagina di facebook che inneggia all’uccisione del Premier Silvio Berlusconi. Maroni ha dichiarato: “C'è una massima attenzione delle forze dell'ordine che deriva da questi fatti”. E ha aggiunto: "Non credo che in nessun Paese del mondo qualcuno possa scrivere su un sito 'uccidiamo il premier'”.
“Abbiamo dato disposizione perchè questo sito venga chiuso e tutti coloro che sono intervenuti sul sito vengano denunciati alla magistratura”. Per Maroni, quanto è accaduto, “è apologia di reato, se non peggio”. Della questione, ha ricordato il ministro, si è discusso nel corso del Comitato per l'ordine e la sicurezza, al quale era stato invitato anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, per discutere del piano straordinario in dieci punti contro la criminalità organizzata che è in fase di messa a punto.
Per Maroni, le minacce al premier sono riferibili a “un problema di cultura. E' una cosa sconvolgente - ha aggiunto il ministro - se passa il principio che si possono scrivere queste cose impunemente c'è il rischio che poi a qualcuno venga in mente di metterle in atto”. Quanto è accaduto, ha continuato, “è frutto di un'azione quotidiana e capillare di denigrazione del presidente del Consiglio, e non solo, che viene fatta da tempo e che poi può portare qualche mente malata a ipotizzare azioni di questo tipo”. Per il Ministro dell'Interno, che si dice “molto preoccupato”, sarebbe utile “smettere gli atteggiamenti di demonizzazione dell'avversario politico”, poichè la situazione può sfuggire di mano.
Questo spazio web qualche settimana fa ha segnalato le pagine su facebook che inneggiano all’uccisione di Sinti e Rom ma certo il Viminale non si è mosso ne per oscurare le pagine ne per denunciare i fan di queste pagine deliranti. Come per altro il Ministro Maroni non si muove per denunciare, ad esempio Gianfranco Gentilini, che ha inneggiato ad “eliminare i bambini zingari che rubano” durante un comizio in cui erano presenti diversi esponenti dell’attuale Governo. Un clima di demonizzazione, quello contro le famiglie sinte e rom, che è certamente superiore a quello che investe in questo momento il Premier Berlusconi ma che sembra non preoccupare il Ministro Maroni. Anche dopo l’intervento di tutte le Istituzioni internazionali: dal Parlamento europeo al Consiglio d’Europa, dall’ONU all’OSCE…
Noi sottoscriviamo le parole del Ministro Maroni quando afferma che è “un problema di cultura. E' una cosa sconvolgente se passa il principio che si possono scrivere queste cose impunemente c'è il rischio che poi a qualcuno venga in mente di metterle in atto”. E ancora, quanto è accaduto “è frutto di un'azione quotidiana e capillare di denigrazione del presidente del Consiglio, e non solo, che viene fatta da tempo e che poi può portare qualche mente malata a ipotizzare azioni di questo tipo”.
Ci permettiamo però di rilevare che non si può pensare di poter utilizzare la demonizzazione a proprio uso e consumo (ad esempio contro i Sinti e i Rom o contro gli immigrati), senza rischiare che poi qualche idiota non se ne appropri. Quindi consigliamo al Ministro Maroni di iniziare una riflessione a partire dal suo stesso linguaggio, che in alcuni casi non è stato proprio cristallino e di dare disposizioni alle Forze dell’Ordine di perseguire senza indugi tutte le persone, compresi i leader della Lega Nord, che inneggiano all’eliminazione, alla morte o alla violenza contro qualsiasi persona presente nel nostro Paese.
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