Un euro al giorno come "tassa di soggiorno" per ciascun Sinto e Rom residente - circa 200 dal 1995 - nelle 4 aree attrezzate di Prato. Un euro di risarcimento "preventivo". E' solo uno dei punti della bozza del nuovo regolamento sull'amministrazione dei campi rom e sinti proposta dalla nuova giunta di centrodestra. Poco più che un'idea, eppure ha scatenato polemiche. Nelle file del centrosinistra, ovviamente, ma qualche perplessità l'ha creata anche nella stessa giunta.
La bozza del nuovo regolamento, ideata dall'assessore alle politiche d'integrazione Giorgio Silli e presentata l'altro giorno in commissione, istituisce un regime decisamente più rigido nei rapporti tra Comune e nomadi.
Se le linee di principio (giro di vite nei controlli, più ordine, meno sporcizia, maggiore responsabilizzazione di chi nei campi ci vive) sono condivise da tutta la giunta, sindaco Roberto Cenni in testa, le modalità di esecuzione, invece, dividono. A esplicitare i dubbi è l'assessore alle politiche sociali Dante Mondanelli cui spetterà, alla fine, il compito della redazione ultima del nuovo regolamento. «Sicuramente le norme saranno profondamente modificate - spiega - Ma il regolamento non potrà essere in alcun modo punitivo».
Cosa prevede la bozza Silli? Oltre al pagamento dell'euro a titolo di concorso al mantenimento delle spese di manutenzione dei campi (chi si rifiuta viene espulso), anche una sorta di registro delle presenze; l'obbligo per chi si assenta di comunicarlo almeno con dieci giorni di anticipo (e sarà dispensato dal pagare il "fiorino"); il risarcimento dei danni arrecati alle strutture; il pagamento di acqua, luce, gas (c'è tuttora); multe salate per chi non ottempera agli obblighi.
Ma, fanno notare ai servizi sociali di Prato, che la misura del pagamento del dazio potrebbe essere applicata solo a quei Sinti e Rom in grado di avere un reddito. E che fare, poi, con quell'alta percentuale di Sinti e Rom attualmente aiutata con sovvenzioni dal Comune? «Chiedere loro soldi sarebbe solo una partita di giro». Inutile.
Decisamente più esplicita la critica dell'ex assessore ai servizi sociali del centrosinistra Maria Luigia Stancari che giudica le misure del nuovo regolamento: «Una vessazione ridicola e inutile, propaganda senza senso su essere umani e non su animaletti che danno fastidio». Secondo Stancari pensare di tassare i rom con l'euro è più che impossibile: «Semplicemente perché si tratta, nella stragrande maggioranza, di cittadini italiani a tutti gli effetti. Se si applica la tassa a loro si potrà chiedere qualche soldo a tutti i pratesi».
Diretta e esplicita la risposta degli ospiti dei campi nomadi all'eventualità di dover sborsare qualcosa: «Pagare un euro al Comune? Ma va là». Sinti e Rom, piuttosto, chiedono nuovi bagni, più struttre, qualche posto di lavoro. Altrimenti? Dicono di essere disponibili a scendere in piazza in qualsiasi momento.
Fatto sta che l'ipotesi di regolamento ideata dalle politiche di integrazione con ogni probabilità verrà rivista parola per parola dalle politiche sociali e dell'attuale bozza potrebbe anche restare pochino. «Certamente - spiega Mondanelli - le misure che il nuovo regolamento conterrà verranno calibrate prendendo in considerazione le situazioni campo per campo e persona per persona». La ricognizione inizierà a breve.
Assessore Mondanelli d'accordo, invece, su un altro punto del regolamento: il giro di vite sul fronte "lavoro" e su una maggiore vigilanza sulla frequenza dei bambini nomadi a scuola. Nel primo caso la bozza Silli prevede che chi per due volte di seguito rifiutasse l'offerta di un lavoro perderebbe il diritto a stare nel campo.
Ok anche al comitato unico "centralizzato" che dovrà vigilare sull'attuazione delle prescrizioni. Oggi le competenze sono di commissioni nominate nelle circoscrizioni sotto cui i campi ricadono. Domani il "think-tank" sarà in Comune e composto da rappresentanti della giunta, dal presidente della commissione consiliare competente, da rappresentanti della forze di polizia, ma anche dai presidenti di circoscrizione. Va da se che i controlli dovranno essere più che frequenti. I blitz, infatti, sono già cominciati. di Cristina Orsini
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