Incredibile colpo di scena alla Camera dei Deputati che ieri avrebbe dovuto approvare l'inserimento nel codice penale dell'aggravante omofoba. Durante il dibattito - ma la richiesta era già stata annunciata ieri dal Ministro Carfagna - Pdl e Lega hanno votato la richiesta avanzata dal presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno di rinvio della legge in Commissione Giustizia. Lo scopo, nelle intenzioni della Bongiorno, era quello di includere all'omofobia anche altre situazioni aggravanti, come quelle previste dall'art 19 del Trattato di Lisbona, e in particolare l'età e l'handicap. Ma una volta respinta la richiesta, la maggioranza ha deciso di votare incomprensibilmente a favore della pregiudiziale di incostituzionalità presentata dall'Udc.
Il risultato è stato netto: con 285 favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti, la Camera ha approvato la pregiudiziale e con essa è stato affossato un lavoro durato interi mesi per trovare un accordo tra maggioranza e opposizione. Senza dimenticare poi il paradosso che si è venuto a creare: per i deputati italiani, legiferare contro l'omofobia diventa incostituzionale. Venti parlamentari del Pd e 23 del Pdl non hanno partecipato al voto. Si tratta, tra gli altri, per il Pd di Luigi Bobba, Enzo Carra, Matteo Colaninno, Cesare Damiano, Paolo Gentiloni, Linda Lanzillotta, Enrico Letta, Lapo Pistelli, Ugo Sposetti e Gianni Vernetti. Tra quelli del Pdl che non hanno partecipato al voto ci sono Denis Verdini, Niccolò Ghedini, Luca Barbareschi, Luigi Vitali, Enzo Raisi, Alessandra Mussolini e Fabio Granata. Per l'Idv non hanno partecipato al voto in tre: Francesco Barbato, Anita Di Giuseppe e Domenico Scilipoti, per la Lega Ettore Pirovano.
Furiosa l'onorevole Concia che, all'uscita dall'aula ha dichiarato: «Mi vergogno di far parte di questo Parlamento». Concia ha sparato a zero: il Pdl, che «ha detto bugie»; ma anche per il suo gruppo, che «senza avvertirmi ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione».«Noi abbiamo votato contro il rinvio perchè non ci è stato garantito dalla maggioranza un impegno su tempi», si è giustificato il leader del PD Franceschini. E sul voto favorevole della Binetti, ha aggiunto: «E' un problema, un signor problema». Pronta la risposta della deputata: «Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull’omosessualità potevano essere individuate come un reato. Le mie e quelle di tante altre persone. Il testo era ambiguo, io ho votato per rinviarlo in Commissione e migliorarlo ma la richiesta di rinvio è stata bocciata. C’era un’ambiguità che giustificava le mie riserve». da Gay.it, continua a leggere…
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