Innanzitutto voglio esprimere tutto il mio cordoglio alla famiglia della vittima. Una tragedia familiare immane che mi tocca profondamente come uomo , come italiano e come rom. Voglio esprimere anche la mia condanna verso le persone che si son macchiate di tale delitto e alcune mie riflessioni.
Purtroppo dei Rom ci si ricorda solo in caso di cronaca. Eppure esistono centinaia di eventi artistici e culturali su tutta la Penisola che riguardano i Rom ma non hanno lo stesso interesse mediatico, anzi sono oscurati quasi totalmente. Sabato scorso abbiamo organizzato a Lanciano la 16° edizione del concorso artistico internazionale “Amico Rom” che gode anche del patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana e un festival di musica, domani a Roma presso la Chiesa Valdese e sabato a Lanciano presso il Teatro Fenaroli abbiamo organizzato 2 concerti di solidarietà per l’Abruzzo con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e l’Alexian Group con partiture musicali Rom. Questi eventi vanno considerati un segno evidente di volontà di integrazione.
Esistono centinaia di Rom e Sinti che vivono onestamente, molti sono calciatori famosi e qualcuno gioca anche in nazionale. Molti sportivi tengono in alto l’onore italiano nelle gare e nei match internazionali. Ci sono circensi, pugili, giostrai, infermieri professionali, insegnanti, pittori, albergatori, ristoratori, commercianti, musicisti, negozianti che sono ben integrati ma che non hanno attenzioni mediatici. La normalità l’onestà nel mondo rom non interessa a nessuno. Si evidenzia solo la cronaca per cui i Rom inevitabilmente hanno una cattiva fama.
Nell’immaginario collettivo poi passa per vero Rom solo colui che vive nei campi nomadi, ovvero luogo di negazione dei diritti umani, e nel degrado. L’opinione pubblica ignara ed inerme conosce solo gli stereotipi, certamente una vittima come i rom che son costretti a vivere da una serie infinita di fattori nei campi nomadi che sono vere e proprie forme di segregazione razziale fatti passare per cultura. Si fa credere che i rom vogliono vivere per scelta nei campi nomadi.
I Rom non sono nomadi per cultura. La storia ci dice che la mobilità dei Rom è sempre stata coatta o indotta. Coloro che fanno i nomadi in Italia ieri avevano le case in Romania o nell’ex Jugoslavia. La verità è che i campi nomadi sono una fonte di guadagno per certe associazioni di pseudo volontariato che hanno tutto l’interesse a presentare il mondo rom solo sul versante del degrado. La lingua, la letteratura, il teatro, la musica, l’arte e la cultura millenaria dei Rom sono un enorme patrimonio dell’umanità. Ma cosa arriva realmente all’opinione pubblica? Assolutamente nulla, o meglio solo la cronaca e gli stereotipi negativi: bambini col moccolo e roulottes sgangherate.
Nessuno ricorda il genocidio di 500 mila Rom e Sinti massacrati dai nazifascisti e l’ondata xenofoba in atto non promette niente di buono.
Gli errori dei singoli vanno condannati e puniti severamente ma non si può connotare un episodio di cronaca etnicamente condannando un’intera popolazione. Occorre evitare generalizzazioni, le facili strumentalizzazioni e ogni forma di sciacallaggio.
Trasmissioni televisive sul mondo e la cultura rom andrebbero programmate lontane dai fatti di cronaca per favorire la conoscenza e l’integrazione. But baxt ta sastipè, Alexian Santino Spinelli
Nessun commento:
Posta un commento