Si è tenuto ieri a Milano il convegno “Rom e Sinti: dalla strategia europea alle politiche sociali”, promosso dal Tavolo Rom e dalla Rappresentanza a Milano della Commissione Europea. Numerosa la partecipazione, non solo da Milano, ma anche da molte parti della Lombardia e delee Regioni del Nord Italia.
Il convegno è stato aperto da un rappresentante del Tavolo Rom che ha illustrato in premessa il documento sottoscritto da tutte le associazioni milanesi che lavorano per i Sinti e i Rom, presenti nella Città meneghina (leggi il documento). Il convegno è stato un primo momento di confronto tra le tante realtà milanesi che in questi anni si sono scontrate e mai avevano trovato un luogo per discutere insieme.
Purtroppo non era presente il Commissario per gli Affari sociali, Vladimir Spidla. Sostituito da Jan Jarab (in foto), membro del gabinetto del Commissario europeo Spidla, che ha parlato a lungo della necessità di politiche di integrazione. Ha indicato la Spagna come modello, elencando cinque differenti approcci alla questione: nessuna politica, politiche repressive, socialmente attive ma di assimilazione (ex Paesi comunisti), approccio folkloristico e identitario (i festival), interventi costruttivi e pragmatici come quelli spagnoli. Pochi dubbi sulla collocazione dell’Italia: «Si è passati - ha detto - da nessuna politica a politiche repressive. Non si può fare una caricatura, ma il discorso dominante in Italia è repressivo, soprattutto dopo il maggio 2008».
Solo più diplomatico il giudizio della rappresentanza a Milano della Commissione europea: «L’opinione pubblica oggi non va nella direzione dell’integrazione - ha spiegato Matteo Fornara - e Milano fa parte di questa tendenza; alcune scelte recenti danno corda a questa opinione pubblica. Ma ci sono anche esempi buoni di integrazione».
Più diretta la stroncatura di Ignacio Jovtis, di Amnesty International: «Abbiamo visitato Milano e le altre città dell’emergenza nomadi - ha detto - documentando casi preoccupanti». Toni addirittura allarmanti per il progetto di dissuasione della sosta abusiva dei Sinti a Cusago. Ma Amnesty ravvisa «attacchi ai diritti e discriminazione di rom e sinti», in particolare «per frequenza degli sgomberi, mancanza di alternative abitative e piano nomadi». Un esempio di discriminazione? «Nell’assegnazione di case i nomadi non hanno i due punti che spettano agli sfrattati». Da tutti la richiesta al Prefetto e al Comune di Milano per una moratoria degli sgomberi senza nessuna soluzione alternativa per le famiglie rom.
Dijana Pavlovic, Vice Presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme, ha spiegato che “tra rom e la città di Milano non esiste un rapporto, non c'è un dialogo, nessun contatto, solo esercizio di forza”. La responsabilità di pregiudizi che coinvolgono la sua comunità, afferma “è della politica e dei media, ed è grave”. Si può combattere, a suo giudizio “basta andare a vedere come vengono trattati i Rom nelle scuole o valutare lo stato di segregazione che si vive nei campi, anche in quelli quasi regolari, dove comunque c'è un percorso di inserimento, come a Triboniano”. Inoltre, la Vice Presidente della Federazione ha parlato dei regolamenti speciali per chi vive nei campi che «hanno limitato i diritti costituzionali» delle famiglie rom e sint
Intervento positivo dell’Assessore regionale Boscagli che ha spiegato le linee guida del suo assessorato. “Conoscenza della lingua, istruzione e inserimento lavorativo sono i settori sui quali la Regione ha deciso di intervenire con progetti ad hoc per facilitare l'inclusione sociale di queste minoranze. Dal 2006 stiamo realizzando - ha proseguito Boscagli - il progetto 'mediazione linguistica culturale', il cui obiettivo è quello di formare mediatori rom e sinti che possano assicurare informazioni, accoglienza e supporto nella fruizione dei servizi scolastici e sanitari. Per facilitare l'integrazione scolastica – ha continuato l’assessore - stiamo invece realizzando, con l'Ufficio scolastico regionale, il progetto 'Tutti a scuola': una guida rivolta alle famiglie e ai genitori rom e sinti, che vivono in Lombardia, perchè possano conoscere bene com’è organizzata la scuola, quali sono i servizi che la scuola offre e quali le regole che occorre seguire per frequentarla. Destinato agli adulti – ha spiegato in ultimo l’assessore - è invece il progetto che stiamo realizzando, su input del Ministero del Wealfare. Si tratta di 'Valore lavoro', un programma di interventi per l'inserimento lavorativo, soprattutto di giovani e donne di queste comunità”. L’assessore ha anche spiegato il lavoro svolto in questi anni dall’osservatorio per l’integrazione e la multietnicità che ha prodotto due rapporti: Vivere ai margini e Favelas di Lombardia.
Gli interventi del Comune di Milano e della Prefettura sono stati molto ambigui e per questo li analizzeremo fra qualche giorno. Analizzeremo anche l’intervento dell’assessore provinciale Paolo Del Nero che ha fatto alcune affermazioni discriminatorie, al limite del razzismo. E’ stato positivo invece l’intervento dell’assessore comunale di Rho che ha spiegato i tanti problemi che vive un amministratore pubblico quando affronta le problematiche vissute dalle famiglie sinte e rom.
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