mercoledì 4 novembre 2009

Pesaro, appello per la situazione drammatica vissuta dalle famiglie rom

“Vivono senza luce, senza riscaldamento, senza assistenza sociale, oggetto di grave discriminazione, sempre a rischio di sgombero o di violenze razziali e adesso sono stati colpiti dall'influenza A, ma nessun piano socio-sanitario è stato previsto per loro”.
Così Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne descrivono in una lettera inviata al nuovo segretario del PD Pierluigi Bersani e a Martin Schulz, presidente dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo, la drammatica condizione e della comunità Rom di Pesaro.
“L'intolleranza 'rossa' è ormai un fenomeno grave e diffuso come quella che caratterizza le politiche di un centro-destra alleato con movimenti razzisti" proseguono gli attivisti. "Siamo sempre più preoccupati. Ieri, 2 novembre 2009, la famiglia di Anton Caldarar, un ragazzo Rom che si prende cura della moglie disabile psichica, è stata sgomberata dalla forza pubblica: ennesimo episodio di barbarie istituzionale, in violazione delle Direttive europee e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione. Nessun supporto sociale è stato previsto dal Comune di Pesaro, nonostante Anton e i suoi cari vivano da sette anni in città e il suo caso sia stato più volte segnalato dagli attivisti ai servizi sociali. Le opinioni di alcune assistenti sociali sui Rom sono agghiaccianti e irriferibili. Anton è uno dei numerosi casi di emergenza sociale grave trasformati dalla città di Pesaro in problemi di 'sicurezza'. Evacuata persino dalle baracche sotto i ponti, la famiglia è in grave pericolo di vita, con l'attuale rigore del clima”.
Da alcuni anni, secondo le organizzazioni per i Diritti Umani, nel capoluogo marchigiano è in atto una vera e propria persecuzione dei Rom romeni, alcuni dei quali vivono in città da quasi un decennio. “Ci si sorprende di tanta intolleranza, se si considera che Pesaro è amministrata dal centrosinistra e che la squadra-simbolo della città, la Scavolini Basket, si è distinta per iniziative antirazziste” commentano con amarezza gli attivisti.

"Alcuni dei nostri membri hanno vissuto per oltre un anno a Pesaro e hanno effettuato interventi per episodi di intolleranza e violenza etnica di una gravità inaudita: pestaggi, minacce, abusi, rifiuto di assistenza medica, evacuazioni di donne incinte, bambini e malati in pieno inverno. Il tutto più volte oggetto di interrogazioni e interpellanze parlamentari.
“Abbiamo incontrato l’allora sindaco Luca Ceriscioli (PD) insieme ad alcuni capifamiglia Rom”, continuano Malini, Pegoraro e Picciau, “consegnandogli un dossier che attestava, già nel 2008, una situazione di esclusione e di condizioni sociale e sanitaria gravissime. Il Sindaco e la Giunta si impegnarono pubblicamente ad attuare un programma casa-lavoro e a fornire assistenza ai malati gravi, ma le cose si sono svolte ben diversamente" continuano i rappresentanti del Gruppo.
“Ogni promessa è stata disattesa ed è iniziata un'operazione di vera e propria pulizia etnica nei confronti delle famiglie Rom e di intimidazione nei confronti di noi attivisti, che dopo un 'avviso orale' da parte del Questore – poi rimosso e sostituito – siamo stati sottoposti a ogni genere di pressione”.
E’ importante che altre voci si alzino, conclude EveryOne, “perché i pochi Rom che rimangono ancora in città sono sottoposti a una repressione spietata ed è ormai evidente che le Istituzioni locali progettano di liberarsene a qualunque costo, non solo per intolleranza, ma anche perché si rendono conto che ogni Rom di Pesaro è testimone di efferati crimini contro l'umanità commessi da politici e autorità locali e che prima o poi gli autori di tali nefandezze potrebbero essere chiamati a risponderne davanti alla giustizia”.
La lettera del Gruppo EveryOne, presto disponibile integralmente su www.everyonegroup.com/it, richiede un intervento urgente da parte dei leader della sinistra italiana ed europea, ed è stata inviata per conoscenza alla Commissione Ue, al Consiglio d’Europa e all'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani.

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