Casilino 900, La Martora e Tor de’ Cenci. Attorno alla chiusura di questi tre campi rom alle periferie est e ovest della capitale si gioca la partita del “Piano nomadi” del commissario straordinario, il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.
Presentato nell’agosto 2009, il Piano prevedeva la riduzione del 50 per cento di questi tre campi entro il mese di ottobre e la loro chiusura definitiva entro il primo semestre del 2010. Nel frattempo, però, sono proseguiti i rastrellamenti nei campi più piccoli o in quelli su cui si è creata una campagna mediatica ad hoc, come quello di via del Fosso di Centocelle, ex Casilino 700.
Poche settimane fa, una imponente operazione di polizia ha gettato in mezzo a una strada centinaia di rom rumeni, che hanno poi trovato un riparo nell’ex fabbrica Heineken di via dei Gordiani. Nemmeno 24 ore di permanenza e anche lì sono arrivati i blindati della polizia pronti a “deportare” le famiglie rom. La resistenza inaspettata della comunità, sostenuta dalle associazioni e da alcuni consiglieri regionali, ha impedito l’espulsione illegale di decine di cittadini rumeni. Una parte di queste famiglie ha trovato successivamente accoglienza nell’occupazione abitativa della ex Fiorucci [Metropoliz], nei pressi di Tor Sapienza.
Il piano di trasferimento dei tre campi coinvolge oltre 1.500 persone, tra cui circa 500 bambini iscritti nelle scuole dei municipi su cui sorgono i tre insediamenti storici. A questi si aggiungono 2.200 persone che vivono nelle 80 baraccopoli sorte nei fossi, negli anfratti, nei casolari abbandonati della città che, secondo le stime del Piano, saranno tutti sgomberati. di CartaQui, continua a leggere…
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