La risposta della città e delle istituzioni alla presenza dei Rom «non può essere l’azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalità costruttive». Le parole del Cardinale Dionigi Tettamanzi venerdì scorso hanno sollevato un’aspra polemica. Oggi il Ministro all’Interno, Roberto Maroni, ha stanziato gli attesi 13,1 milioni di fondi per «alleggerire, riqualificare e mettere in sicurezza» i campi nomadi regolari. In poche parole cacciare le persone. Su questo punto è chiaro Matteo Salvini (Lega Nord) che afferma: «Neanche un euro passerà direttamente nelle mani dei rom».
Nel frattempo c'è un quartiere, Feltre - Lambrate, dove i rom hanno trovato accoglienza dopo lo sgombero di via Rubattino. Non solo le associazioni gridano all’emergenza: tre maestre ospitano gli alunni e ci sono pensionati che fanno il giro della città la mattina per portare i piccoli a scuola, così che i 36 bimbi rumeni che frequentavano le lezioni hanno collezionato solo poche assenze. Alcune famiglie hanno trovato anche ospitalità per qualche giorno dai residenti.
La maggior parte dei 150 rom sgomberati però è rimasta in giro. Come era già successo loro dopo gli sgomberi di Bovisasca, Bacula e Pioltello, campi da cui provenivano. Anche quelli ospitati dal Comune sono tornati in strada: gli uomini divisi da mogli e figli non hanno resistito. Dei 35 uomini con un lavoro presenti al campo al momento dello sgombero, 28 lavorano tuttora. Quasi tutti operai edili. Uno dorme in cantiere. Diverse famiglie, denunciano le associazioni, sarebbero in grado di pagare un affitto, ma non trovano casa.
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