domenica 20 dicembre 2009

Roma, dal Maggiore ai Rom in dono l'albero di Natale

In vista del prossimo sgombero del campo rom Casilino 900 - previsto entro la metà di gennaio - il pontificio Seminario Romano Maggiore ha donato agli abitanti un albero di Natale. Un grande abete che, dopo essere stato allestito con decorazioni artigianali realizzate da alcuni maestri ramai del campo, verrà consegnato al sindaco di Roma Gianni Alemanno.
«L’idea - spiega don Paolo Lojudice (in foto), direttore spirituale del Seminario - è che il sindaco custodisca l’albero fino al giorno in cui l’ultima famiglia sarà riuscita a sistemarsi nelle nuove abitazioni promesse dall’amministrazione comunale».Un regalo simbolico, per ricordare alle autorità gli impegni presi con i rappresentanti delle associazioni che da mesi seguono la vicenda del Casilino 900. «La donazione di un albero di Natale agli abitanti del Casilino è un gesto molto semplice - chiarisce don Paolo - che rientra in un cammino che stiamo facendo con loro già da alcuni anni. La scorsa Pasqua, ad esempio, piantammo insieme un ulivo, anche in quel caso simbolico di un rapporto fra noi e loro e della speranza in un futuro di stabilità e pace per gli abitanti del campo».
E all’albero di Natale donato dal Seminario il 16 dicembre si è aggiunto un piccolo presepe, offerto in dono dal commissario provinciale della Croce Rossa italiana Marco Squicciarini, in visita al campo insieme con Cristopher Lamb, ambasciatore della Croce Rossa internazionale. «La Croce Rossa vuole dare un taglio umanitario all’approccio della risoluzione dei problemi legati alla popolazione rom - ha spiegato Squicciarini al termine della visita - per questo ho chiesto a Lamb di portare questo messaggio a livello europeo, per trovare soluzioni uniche».

Per quanto riguarda le circa 800 persone che vivono al Casilino 900, al momento l’obiettivo del Comune sarebbe quello di collocare i nuclei familiari presso altri insediamenti rom nella Capitale o, nel caso di bambini, donne, anziani e malati, in via temporanea presso istituti di accoglienza. La questione resta aperta, e del problema si è parlato anche in occasione dell’incontro - svoltosi sempre il 16 dicembre - tra operatori sociale e comunità rom, sugli strumenti da mettere in campo contro le discriminazioni. In quella circostanza, Mirko Grga mediatore della cooperativa Ermes (ex Capodarco, da molti anni convenzionata con il Comune per interventi a favore della minoranza rom) ha ricordato «l’urgenza dell’eliminazione dei campi nomadi attraverso l’assegnazione di case popolari ai rom secondo criteri che promuovano l’integrazione senza creare nuovi ghetti». Già nel 2008, davanti alle condizioni di vita precarie dei rom, il sindaco Alemanno in visita al Casilino 900 aveva detto: «Serve un grande impegno affinché Roma non diventi una città divisa in due in modo così profondo». Un impegno che da oggi ha la forma di un albero di Natale. di Elisa Storace

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