"Chiamerò il ministro Roberto Maroni per sollecitare il progetto di Ponte Galeria e ribadire la richiesta di mandare via il Cie. Abbiamo bisogno di trasformare Ponte Galeria in un punto di transito che ci permetta di fare opere di bonifica su tutto il territorio". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Quando parla di «bonifica» si riferisce alla necessità di eliminare le baracche dove si accampo principalmente i cittadini rumeni. Da quanto si capisce l’intenzione è cacciare i rumeni stessi, o almeno concentrali in «campi di transito». La proposta è stata lanciata dal primo cittadino della capitale in visita nel micro-accampamento dove la scorsa notte ha perso la vita una donna rumena, a causa di un incendio sprigionato da una vecchia caldaia.
"È un'altra tragedia di questi micro-accampamenti abusivi. In questa zona la polizia municipale è già intervenuta 4 volte per sgomberare e in alcuni casi sono state anche abbattute le baracche, che però si sono sistematicamente riformate. Gli abitanti sono persone che vivono di piccoli lavori e per non pagare l'affitto si attrezzano in questa maniera: ma è un modo di sopravvivenza che va impedito, perchè gli incidenti come quello di questa notte sono molto probabili", ha spiegato Alemanno. Che con questa affermazione ha messo in evidenza due elementi fondamentali: le persone che vivono in questi accampamenti spesso sono lavoratori che però non possono permettersi un affitto, e che la logica delle ruspe non serve a nulla visto che le baracche vengono ricostruite dopo pochi giorni.
A questo il sindaco vorrebbe ovviare creando tanti «centri di transito», non solo a Ponte Galeria ma anche «nelle caserme del Demanio». L'operazione dovrebbe entrare a far parte del cosiddetto "Piano Nomadi" (che già nella definizione la dice lunga sulla cultura dell'amministrazione capitolina sulla questione rom) che a quanto pare comprenderà anche il destino di chi abita negli accampamenti, e che spesso non è rom.
"Il piano - ha detto il sindaco - prenderà il via a gennaio con lo sgombero del Casilino 900 e prossimamente di tutti quei microcampi". Il Piano, che ha già scatenato una marea di polemiche anche sul conflitto di competenze delle varie istituzioni coinvolte, per ora segue e peggiora la politica attuata dal secondo mandato Veltroni: allargare i mega-campi attrezzati costruiti dalla passata giunta fuori dal raccordo anulare. In attesa del trasferimento di Casilino 900, le ruspe intanto tornano a marciare. Le baracche dove viveva la donna uccisa dal fuoco insieme ad altre tredici persone saranno distrutte. di Cinzia Gubbini
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