giovedì 17 dicembre 2009

Venezia, prefetto silurato per caso Sinti

Il prefetto di Venezia Michele Lepri Gallerano (in foto) è stato silurato dopo che il ministro dell'Interno Roberto Maroni non aveva gradito le modalità del trasferimento dei Sinti nel nuovo villaggio.
Nel consiglio dei ministri di oggi Lepri Gallerano (che era arrivato a Venezia lo scorso agosto) è stato rimosso e "collocato in posizione di fuori ruolo presso la presidenza del Consiglio dei ministri per assumere l'incarico di Commissario dello Stato per la Regione Siciliana", come afferma il comunicato ufficiale. Sarà sostituito da Luciana Lamorgese.
Maroni non avrebbe gradito le procedure di trasferimento dei Sinti nel nuovo villaggio di Favaro Veneto, trasferimento fatto in accordo con il comune di Venezia e con il sindaco Massimo Cacciari (Pd), ma in disaccordo con la provincia e la presidente Francesca Zaccariotto (Lega).
Per il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il trasferimento del prefetto è «una rimozione» e rappresenta «un episodio di gravità eccezionale, sia per le modalità con cui avviene sia per i motivi che ne sono alla base». «A Venezia da soli quattro mesi, il dottor Lepri Gallerano - afferma Cacciari - è stato rimosso per ragioni esclusivamente politiche, anzi per vendetta politica». «In buona sostanza, al di là di ipocrite frasi fatte in burocratese - insiste Cacciari - , gli si imputa di non essere riuscito a impedire il trasloco della comunità Sinti di via Vallenari nel nuovo villaggio. Fatto doppiamente e gravemente sbagliato».

Cacciari si riferisce alle tensioni nei rapporti tra Lepri Gallerano e la neo presidente della Provincia, che proprio sul campo Sinti di Favaro Veneto aveva ingaggiato un braccio di ferro con il Comune, nel quale il prefetto cercava di svolgere attività di mediatore. Il trasloco delle 38 famiglie di Sinti nel nuovo campo era avvenuto proprio all'indomani della riunione a Venezia del G8 dei ministri dell'Interno.
Cacciari, riferendosi alla vicenda del trasferimento dei Sinti nel nuovo campo di via Vallenari, sottolinea che «non si poteva impedire ciò che era stato già riconosciuto atto legittimo non solo dalle sentenze del Tar, ma anche da quella del Consiglio di Stato». In secondo luogo, prosegue il sindaco, «il prefetto in nulla poteva interferire riguardo a una decisione che l'Amministrazione comunale era pienamente titolata e autorizzata ad assumere, specie dopo che l'Asl 12 aveva dichiarato del tutto inagibile il vecchio campo per gravissime carenze igienico-sanitarie e di fronte all'avanzare della stagione invernale». «Ora, non essendo riusciti a impedire tale trasloco per le vie che la legge e il diritto consentono - afferma Cacciari - si vuole colpire, con quella che, ripeto, considero una volgare vendetta politica , un funzionario dello Stato di provata lealtà che non ha colpa alcuna». Per Cacciari «il segnale che da tutto ciò proviene (altro che quella attenuazione dei toni, cui per primo il Capo dello Stato invita in questi giorni) è quello di un pesante avvertimento a tutti coloro che non si inchinino prontamente ai voleri strumentali di una politica rozza, intollerante e, ancor prima e peggio, stupida». da Il Messaggero

1 commento:

franco ha detto...

Fatto grave. Il prefetto ha tutta la mia solidarietà