
Ora ci siamo di nuovo: deve essere chiaro che queste persone non sono né irregolari, né clandestini: sono rumeni, quindi cittadini europei che hanno pieno titolo a vivere in Italia; vivono male in Italia ma vivono peggio in Romania.
Nel 2008, dopo lo sgombero, chiesi a Maria, che passa la giornata ad elemosinare nella mia zona e a sera torna a dormire in via Lucchese, perché accettava di vivere così, di dormire fra topi e talponi (la sera che mi aveva mostrato la sua "baracchina" mi precedeva scacciandoli) e lei mi disse che in Romania era peggio, molto peggio.
Quindi, cari Sindaci, non se ne andranno. Dunque, fra i problemi dei territori che vi trovate ad amministrare dovete mettere anche questo: un numero di persone che vengono da situazioni così disperate da accettare quello che i fiorentini, i sestesi, ecc. non accetterebbero mai. Potete lasciare al caso, alla loro disperazione, a qualche fabbrica che delocalizza e rimane terra di nessuno o sperare che si accampino sul territorio del Comune vicino e non nel vostro; oppure potete prenderlo in considerazione fra le questioni di buona amministrazione.
Ogni Comune sta lavorando alla pianificazione del proprio territorio, sta elaborando regolamenti edilizi ed urbanistici ecc.; si tratta quindi di prevedere uno spazio attrezzato di servizi igienici acqua e corrente elettrica, secondo una proporzione con i residenti, nel quale i cittadini europei possano per periodi più o meno lunghi e con i propri mezzi fermarsi a vivere.
La Comunità Europea sostiene più di un progetto per l'accoglienza delle popolazioni Rom: perché non inserirsi in questi percorsi di accoglienza? Questi fenomeni, è evidente, non si risolvono da soli e non serve ignorarli per un po' e schiacciarli ogni tanto con la forza, facendo qualche vittima e incalcolabile danno al vivere civile; o si amministrano o ci travolgono. Siamo già stati molto travolti, nel nostro Paese, da una cultura sempre più razzista e intollerante, e per questo siamo diventati incapaci di costruire qualcosa. Non c'è opposizione al berlusconismo se non si riparte dai diritti e dalla dignità delle persone, dei lavoratori e dei migranti. di Anna Nocentini, Segreteria PRC Firenze
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