E' rientrata la rivolta scoppiata questa mattina al "campo nomadi" di via Salone, dove era disposto il trasferimento di un primo gruppo di 130 persone nel campo di Castelnuovo di Porto. Il trasferimento rientra nel piano nomadi presentato dal Campidoglio che prevede per una parte dei residenti di via di Salone il trasferimento a Castelnuovo per fare posto, a partire da martedì, a un primo gruppo di 40 famiglie provenienti dal Casilino 900. La situazione si è sbloccata in tarda mattinata grazie all'intervento del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che ha incontrato i capifamiglia dell'insediamento. «Le cose stanno andando avanti» ha commentato il sindaco Alemanno.
«L'amministrazione - ha ricordato Santori, presidente della commissione sicurezza del comune di Roma - si è mossa per assicurare il rispetto massimo dei diritti di tutti, come ha ricordato il sindaco Alemanno, in particolar modo dei minorenni, cui è stata garantita la continuità delle frequenza scolastica, ma anche dell'accoglienza e della idoneità della struttura ospitante, attraverso sopralluoghi fatti nei giorni scorsi direttamente dai portavoce del campo». Ma non solo. «Le direttive emanate dal Prefetto, in qualità di Commissario straordinario per l'emergenza nomadi, che sono parte integrante del più ampio Piano per la risistemazione sul territorio romano, sono state applicate con misura ed equilibrio, come nel caso di deroga per le richieste avanzate questa mattina da un gruppo di famiglie con all'interno minori con problemi di salute».
La rivolta, civile nei toni ma ferma nelle intenzioni, dei rom di via Salone, potrebbe ripetersi nel campo di Casilino 900, dove martedì 120 abitanti verrebbero trasferiti dalla polizia con lo status di «rifugiati». Intanto i rom partiti con i pulman verso il centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto - tra la Tiberina e la Traversa del Grillo - avviene «in grande silenzio, senza che siano stati avvertiti i sindaci dell'area, senza che siano state consultate le amministrazioni locali e avvertite le popolazioni» denuncia il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Carlo Lucherini (Pd).
Lucherini denuncia «la procedura inaccettabile: una soluzione calata dall'alto con la scusa che il centro di accoglienza dei rifugiati di Castelnuovo è gestito direttamente dal ministero dell'Interno, e che i 120 in arrivo avrebbero fatto la domanda per ottenere lo status di rifugiato. Un escamotage che appare singolare, e che sembra rispondere al disegno che Alemanno aveva in mente (senza mai dichiararlo apertamente): quello di sgomberare dai nomadi i campi romani per trasferirli tutti in provincia».
«Casilino 900 non esisterà più e tutta l'area sarà sgomberata, bonificata e recintata per evitare nuovi insediamenti. Il tutto sarà realizzato entro febbraio», aveva annunciato sabato 16 il Comitato di quartiere di Torre Spaccata, dopo la visita «del prefetto Pecoraro al Casilino 900 per comunicare ai residenti che dalla prossima settimana (ndr. lunedì 18) inizierà la delocalizzazione dei primi nuclei familiari in altri campi autorizzati dove sono stati predisposti idonei moduli abitativi». Sabato 16, intanto, era stato sgomberato l'insediamento abusivo di via degli Angeli. Le donne e i minori del campo sono stati ricoverati in strutture dei servizi sociali. da Corriere della Sera
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