Voglio commentare l’articolo apparso sul quotidiano La Voce di Mantova il 30 dicembre 2009 a pagina 11, dal titolo “coprifuoco al campo nomadi”. L’articolo rende conto di un intervento del responsabile sulla sicurezza del partito politico della Lega Nord di Mantova, Luca de Marchi.
Luca de Marchi fa cinque proposte: obbligo di mandare i figli a scuola; canone di un euro al giorno per ogni maggiorenne; coprifuoco alle dieci di sera; mantenimento del decoro dell’area; un tetto di tre anni per la permanenza nei campi.
Sulla prima proposta Luca de Marchi è molto disinformato, perché come è stato certificato dall’Ufficio Scolastico Regionale, Mantova è l’unica realtà dell’intera Regione Lombardia, dove i minori sinti e rom frequentano non solo le scuole dell’obbligo ma anche le scuole superiori.
De Marchi anche sulla seconda proposta è abbastanza disinformato perché già adesso le famiglie pagano un affitto per la piazzola di sosta assegnata, presso il cosiddetto “campo nomadi” di Mantova.
Ma è sulla terza proposta che si capisce che l’intento di Luca de Marchi è razzista. Propone che il “campo nomadi” sia chiuso con il coprifuoco dopo le dieci di sera. Una proposta uguale al trattamento subito secoli fa dagli ebrei nei ghetti, dove ad una certa ora si chiudevano le porte e nessuno poteva uscire od entrare. Certo è una proposta idiota e razzista che si commenta da sola ma provocatoriamente chiedo a De Marchi: cosa costerà la vigilanza, 300mila euro l’anno? Chi la pagherà? I mantovani? Quindi Luca de Marchi vorrebbe entrare nelle tasche dei mantovani per rinchiudere dei Cittadini italiani tutte le sere?
Poi propone il mantenimento del decoro dell’area. Bene, De Marchi è mai entrato nel “campo nomadi”? Io non l’ho mai visto ma sarebbe utile che venisse perché non è un luogo strano e oscuro. Venga che così beviamo un caffè insieme e parliamo di decoro…
L’ultima proposta ha di nuovo il sapore del razzismo. Sono “nomadi” e quindi facciano i “nomadi”. Secondo De Marchi non possiamo rimanere a Mantova oltre tre anni. Questo perché il nostro De Marchi utilizza per noi Sinti italiani, il termine dispregiativo “nomadi”. Noi non siamo “nomadi”. E’ un termine che fa comodo a De Marchi, che altrimenti utilizzerebbe il termine “zingari”, per le sue strategie politiche xenofobe che hanno l’obiettivo di cacciarci dalla nostra Città, dove siamo nati e cresciuti.
Forse lo scopo di De Marchi è quello che non vuole più vedere Consiglieri Comunali sinti o forse è proprio l’odio che nutre nei nostri confronti. di Yuri Del Bar, Consigliere comunale a Mantova
Nessun commento:
Posta un commento